Slot machine in Italia

di Priscilla Muro, 19 agosto 2020

In Italia vi sono un terzo delle slot machine presenti al mondo. Si tratta di 400mila esemplari tra Vlt (Videolottery), che si trovano nelle sale da gioco e Awp (Amusement with prize, divertimento con premio), che invece sono collocate nei bar. Le slot quindi non sono tutte uguali, ma vale per loro ciò che abbiamo detto a proposito del gioco d’azzardo: chi gioca è destinato a perdere. Partendo dall’analisi puntuale del matematico Paolo Canova e del fisico Diego Rizzuto in “Fate il nostro gioco”, vediamo perché le slot machine non sono una scommessa conveniente.

La storia delle slot machine in Italia

La legge del 6 ottobre 1995 è il primo testo che cerca di regolamentare la situazione dei “video poker” in Italia. La differenza principale rispetto ad oggi è che non erano permesse vincite in denaro. Il premio consisteva infatti o nella ripetizione di una partita fino a un massimo di 10, in gettoni non convertibili in denaro (non superiori a 10) o nella vincita di un oggetto. Ma con l’entrata in scena delle Awp, le cose cambiano: vengono introdotti i premi in denaro (anche se le vincite non possono essere superiori a 100 euro). Infine, nel 2009 per far fronte ai danni e alla ricostruzione delle zone terremotate, lo Stato italiano introduce le Vlt: queste slot machine digitali offrono premi in denaro fino a 5mila euro e sono chiamate a  restituire “l’85% delle somme giocate”. Già, ma cosa significa esattamente?

Le Vlt: più spendi, più perdi.

Per “somme giocate” s’intende “il denaro puntato all’inizio sommato a tutte le vincite rimesse in gioco ogni volta”. In altre parole, nel conteggio vengono inseriti i soldi che abbiamo messo all’inizio (mettiamo 100 euro) più tutti quelli che abbiamo vinto e non incassato perché li abbiamo rigiocati (prima altri 10 euro, poi altri 20 e così via). Risultato? Il bilancio della macchina è in attivo, il nostro decisamente meno. Ma allora perché il giocatore non se ne accorge? Perché entra in gioco uno dei meccanismi psicologici comuni a tutti coloro che giocano d’azzardo, quello della “contabilità separata”, che ci porta ad azzerare il nostro bilancio ad ogni vincita. In altre parole, ci dimentichiamo quanto abbiamo perso fino a quel momento e il nostro conteggio delle entrate e delle uscite ne risulta ovviamente falsato. 

“Avevo quasi vinto”: la smaterializzazione del denaro 

Ad incentivare e mettere in moto certi meccanismi vi sono tutta una serie di trucchi, più o meno nascosti all’interno del gioco. Tipica delle slot ad esempio è la smaterializzazione del denaro che, una volta inserito all’interno della macchina automaticamente sparisce davanti ai nostri occhi per diventare, almeno nella nostra testa, qualcos’altro

Il volume “Fate il nostro gioco” è uscito il 10 marzo 2016 per la casa editrice Add Editore. Si può prenotare onine su Amazon e su Ibs.

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