di Vincenzo Montagna e Giovanni Vassallo, 27 dicembre 2013

Da un recente articolo di Repubblica risulta che in Italia 18 milioni di persone (quasi il 30% degli italiani) sono a rischio povertà, in base a dati forniti da Eurostat.
E’ interessante sapere a riguardo che in Italia si spende per la famiglia e la maternità l’1,2% del Pil, uno dei livelli più bassi, insieme a Spagna e Portogallo, rispetto alla media europea del 2,1%, come si legge nell’ultima Relazione generale sulla situazione economica del paese prodotta dal Ministero dell’Economia. Alla famiglia, infatti, la Danimarca destina il 3,7% di spesa sul Pil, in Svezia il 3%, ma anche paesi più vicini sono al di sopra dell’Italia, come la Francia con il 2,5% o la Germania con il 2,8%.
D’altra parte le famiglie in Italia, stando ai dati forniti dall’Ansa, nel 2012 ammontavano a più di 24,5 milioni. Come si evince dal Rapporto annuale 2013 dell'Istat, nell'analisi particolare della "Strategia di contenimento delle spese familiari in tempo di crisi", emerge chiaramente una situazione complessa e difficile per le famiglie italiane, in particolar modo sulle spese alimentari che costituiscono gli acquisiti primari.
Fornire una visione complessiva della spesa pubblica, e in che modo le risorse vengono destinate, non è facile.
Ad esempio nel complesso studio della spesa pubblica in Italia, si nota come i cosiddetti "costi della politica" diretti e indiretti, nell'anno 2012 ammontano a circa 23,2 miliardi di euro tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi per mancati risparmi derivanti dalla sovrabbondanza del sistema istituzionale. E' quanto emerge da una recente ricerca e da un approfondito studio svolto dalla UIL, in relazione alla Sintesi dello studio sui costi della politica. Focalizzando l'attenzione su quanti persone vivano di politica, risulta che il 5% (circa 1milione e 100 mila) degli occupati italiani rientra in questa categoria. La politica pertanto costa all'Italia l'1,5% del Pil.
Scorrendo, poi, le indennità dei parlamentari italiani, secondo le cifre fornite della Commissione Giovannini, istituita il 28 Luglio 2011, si nota come i nostri rappresentanti ricevano uno stipendio più alto rispetto ai colleghi-parlamentari degli Stati Membri dell'Unione Europea.
Scorrendo, poi, le indennità dei parlamentari italiani, secondo le cifre fornite della Commissione Giovannini, istituita il 28 Luglio 2011, si nota come i nostri rappresentanti ricevano uno stipendio più alto rispetto ai colleghi-parlamentari degli Stati Membri dell'Unione Europea.
Arrivando ad una comparazione riassuntiva,rispetto ai dati sopra forniti, l'italia nel suo quadro complessivo destina l'1,5% alla politica e l'1,4% del Pil alle politiche familiari.