Perché ci sono più suicidi nei paesi del Nord Europa

di Francesco D'Ugo, 27 marzo 2019

Quali sono i paesi più felici del mondo? Una classifica è stata fatta dal World Happiness Report, il rapporto dell’Onu che valuta la felicità dei diversi paesi del mondo, basandosi su parametri di reddito, aspettativa di vita, sostegno sociale, libertà, fiducia e generosità.

Secondo quanto stimato dallo studio, il podio dei paesi più felici appartiene a tre paesi nordeuropei: Finlandia, Norvegia e Danimarca. Seguiti da vicino da Islanda, Svizzera e Paesi Bassi.

Ma cosa succede quando confrontiamo questa graduatoria, con un’altro tipo di classifica, quella stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che riguarda i suicidi?

Se osserviamo i dati dell’OMS, ci rendiamo subito conto di come paesi ricchi e felici come Finlandia e Islanda abbiano il tasso di suicidi tra i più alti del mondo (la prima 20.8 ogni 100mila abitanti, la seconda 21.7). I loro numeri sono paragonabili a paesi in via di sviluppo come Benin e Togo (rispettivamente 22.6 e 22.7) e sono addirittura più alti di paesi, di gran lunga più poveri e in difficoltà, come Namibia (19.4), Sudan (14.5) e Repubblica Centrafricana (18) (una mappa completa si può trovare qui).

Torniamo, però, in Europa e facciamo un confronto con paesi come l’Italia e la Grecia: questi non godono degli stessi livelli di welfare e reddito e il loro debito pubblico è molto più alto, eppure i tassi di suicidio sono più bassi di 3 o 4 volte. In Italia, infatti, sono 8.4 ogni 100mila abitanti e in Grecia 6.1. Come è possibile allora trovare questi numeri nei paesi più ricchi e benestanti del mondo?

Uno studio condotto nel 2018 dal Nordic Council of Ministers, un forum di cooperazione tra i governi di Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda, ha analizzato i sintomi di questo vero e proprio problema. Riassumiamo di seguito le conclusioni raggiunte dal report:

 

  • La felicità non è distribuita in modo uniforme. Nonostante il diffuso livello di benessere, allo stesso tempo, il 12.3% della popolazione riporta bassi livelli di soddisfazione di vita .

  • Le fasce di popolazione più vulnerabili sono i giovani (18-23 anni) e gli over 80. Il 13.5% dei giovani e il 16% degli anziani riportano i livelli più alti di infelicità e sofferenza psicologica (in particolare in Danimarca il 18.3% dei giovani ha problemi psicologici e in Norvegia, questi sono aumentati del 40% in 4 anni).

  • Negli ultimi anni è stato osservato anche un aumento delle cattive condizioni di salute mentale. Tra i giovani in generale, sia donne che uomini.

  • La mancanza di contatti sociali. In quasi tutte le fasce d'età, gli uomini - in particolare gli uomini più anziani - sono i meno attivi socialmente, cosa che è associata all'infelicità.

  • Al contrario, le persone più religiose sono anche le più felici. Infatti, in tutti i paesi nordici, le persone religiose sono risultate più felici degli altri anche quando non hanno migliori livelli di reddito rispetto agli atei o alle persone “moderatamente” religiose.

 

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