Non esiste un pronunciamento dottrinale recente della Chiesa sulla possibilità dei viaggi nel tempo, ma da decenni filosofi e scienziati si sono cimentati nella speculazione su questo tema. Condividiamo parte di una più estesa pubblicazione del DISF sul tempo e le sue implicazioni scientifiche e filosofiche. Nell’ultima parte dell’articolo rispondiamo alla domanda sulla Chiesa, i viaggi nel tempo e la libertà.
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Le scienze naturali, in particolare la fisica, utilizzano il parametro temporale come una coordinata per la descrizione matematica dell'evoluzione dinamica dei corpi. La prospettiva scientifica si riferisce specialmente alla misura delle relazioni temporali, anche se attraverso di esse si confronta con certe caratteristiche “qualitative” del tempo, come ad esempio la sua direzionalità, il suo carattere continuo o discreto, la sua relatività. Il tempo delle equazioni della fisica è un tempo “astratto”, le cui proprietà matematiche potrebbero non rispecchiare ciò che avviene nell’ordine reale; le equazioni, ad esempio, possono sussistere anche con valori negativi del tempo, o prevedere un suo valore infinito.
È noto che Newton concepiva il tempo come assoluto, come un flusso uniforme e infinito, indipendente dalle cose, nel quale si potevano situare i tempi particolari misurati dall'uomo. Questo tempo non era altro che un'idealizzazione pari a quella dello spazio assoluto e infinito. Kant seguì in un certo senso la stessa strada, solo che ridusse il tempo ideale newtoniano a un'intuizione a priori della sensibilità interna dell'uomo. La teoria della relatività di Einstein eliminò in maniera definitiva l'idea del tempo assoluto nella fisica. Il tempo (meglio: lo spazio-tempo) è relativo allo stato di moto di un dato sistema di riferimento, e nella teoria della relatività generale il tempo è anche relativo all’intensità del campo gravitazionale, cioè alla curvatura dello spazio.
Non è possibile un'inversione temporale che non rispetti il principio della causalità. Il fatto è stato evidenziato dalla teoria speciale della relatività, da cui segue che l'ordine prima-dopo è invariante (cioè non relativo all'osservatore) per gli eventi “causalmente collegabili”. Tale collegamento causale è associato alla temporalità della trasmissione dei segnali, la cui velocità non può superare quella della luce. Proprio per questo motivo non sono possibili i “viaggi nel tempo”, ad esempio nel passato, se con questo termine indichiamo dei veri viaggi, con la possibilità di interagire con altri oggetti. Se noi viaggiassimo nel passato, potremmo intervenire sulle nostre cause, per esempio uccidendo nostro nonno per impedire la nostra esistenza. Il viaggio nel tempo, considerato come un'entità data e percorribile, comporta una confusione logica e anche una contraddizione.
Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo non esiste una posizione ufficiale della Chiesa sui viaggi nel tempo, ma possiamo evincerla da quanto letto finora. Se infatti l’ordine prima-dopo è invariante per gli eventi causalmente collegabili, possiamo ipotizzare che per la Chiesa è impossibile che avvengano viaggi nel tempo, in totale accordo con la teoria della relatività. Infatti, oltre al paradosso del poter uccidere un proprio antenato e quindi causare la propria non-esistenza, sussiste il problema della libertà. Un viaggiatore temporale potrebbe anche semplicemente tornare indietro di qualche ora e convincere se stesso di non compiere una certa azione, minando la struttura stessa della libertà, che secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (1731-1732) è
il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé.
Se si potesse tornare continuamente indietro per rettificare il male compiuto o per scegliere un bene al posto di un altro, non saremmo liberi. Infatti
la libertà implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, [...] contraddistingue gli atti propriamente umani.
Si può quindi dire che, se avesse una posizione rispetto alla possibilità di viaggiare nel tempo, la Chiesa potrebbe sottolineare come questa possibilità sia contraria alla possibilità propriamente umana di scegliere tra il bene e il male, senza considerare tutti i vari paradossi temporali che la scienza, il cinema e la letteratura di genere fantascientifico ci hanno proposto nell’ultimo secolo.
Il Centro di Ricerca DISF, Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede, mette a disposizione di tutti contenuti che approfondiscono i rapporti fra cultura scientifica e questioni filosofico-umanistiche suscitate dalle scienze stesse, con speciale attenzione all’orizzonte sapienziale fornito dalla Rivelazione ebraico-cristiana. Il DISF è diretto da Giuseppe Tanzella-Nitti, ed è un'iniziativa dell'Università della Santa Croce di Roma.
Articolo originale: https://disf.org/educational/faq/sanguineti-tempo
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