La Chiesa e gli alieni (2): se ci fossero degli extraterrestri intelligenti, il Vangelo varrebbe anche per loro?

di Giuseppe Tanzella-Nitti, 26 maggio 2023

In un precedente articolo abbiamo visto come la possibilità di esseri intelligenti extraterrestri non sia in conflitto con la visione cristiana del creato. Continuiamo questo percorso teologico fantascientifico chiedendoci: quale sarebbe la relazione tra alieni intelligenti e Rivelazione? Cristo sarebbe morto anche per loro? Condividiamo una pubblicazione sul tema a cura del DISF, Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede.

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Cosa cambierebbe nei principali contenuti della fede che riguardano il peccato originale, l’Incarnazione e la Redenzione?

Nel contesto di una vita libera e cosciente, come plausibilmente quella di ETI, l’immagine di Dio Trinità mantiene inalterato il suo significato. Sono infatti concetti universali e non solo terrestri l'esistenza di una paternità e di una filiazione, legate al processo generativo comune a ogni vivente (ETL); ed è universale il concetto di un Amore-Dono, lo Spirito Santo, che rimanda all'idea di comunione, di altruismo e di donazione, riconoscibile da ogni vita libera e cosciente (ETI).

L’Incarnazione del Verbo continuerebbe ad avere un valore rivelativo e salvifico di ambito universale, non solo terrestre. Si tratta di una capitalità cristocentrica, non geocentrica né antropocentrica. A essere centro del cosmo e della storia non è l’uomo Gesù, ma il Verbo in quanto incarnato, cioè in quanto ha assunto una dimensione creaturale, storico-concreta, spazio-temporale.

In fondo, il mistero di Cristo, Verbo incarnato, non è estraneo a ogni forma di vita che sappia di essere creatura in un mondo creato. Dio ha assunto in Cristo una natura creata, è entrato nello spazio e nel tempo, facendo propria l'esperienza del limite, come ogni creatura. Insieme al valore di redenzione dal peccato (storia umana), la morte di Cristo sulla croce ha anche il valore di un’accettazione cosciente di fronte al Padre della creaturalità, del dolore fisico e morale, della finitezza (storia di ogni creatura). Nel suo corpo risorto, il Cristo ha rivelato la non definitività della corruzione e del degrado, prefigurando un destino che appartiene all'intero universo, non solo all'uomo.

È ragionevole pensare che, a causa dei limiti intrinseci a ogni comunicazione fra possibili civiltà extraterrestri, il valore “cosmico” dell’Incarnazione del Verbo non possa essere stato affidato da Dio al genere umano. Il valore cosmico dell’Incarnazione del Verbo è affidato allo Spirito Santo, capace di riferire e legare al Figlio-Verbo ogni vita e ogni creatura. Analogamente a quanto accade per gli uomini di tutti i tempi che non sono entrati in contatto storico con l’evento salvifico della Pasqua di Gesù Cristo, lo Spirito conduce al Figlio-Verbo e rende efficace in loro la sua salvezza. In ogni caso, i cristiani presumono ragionevolmente che il Creatore abbia i suoi modi di farsi riconoscere, e forse anche di farsi presente, presso tutte le sue creature, volute e create a Sua immagine.

Quali sono i dati a disposizione oggi a favore/contro la possibilità di vita extraterrestre nel cosmo?

In primo luogo va subito ricordato che non sarà mai possibile ottenere una dimostrazione scientifica che la vita, o anche la vita intelligente, sia comparsa solo sulla Terra. La grandezza del cosmo e l’impossibilità di poterlo scandagliare interamente con i nostri strumenti di osservazione, di esplorazione o di ascolto via radio, sono tali da impedire qualsiasi conclusione definitiva circa tale unicità. In sostanza, la possibilità che il cosmo ospiti altre forme di vita, anche intelligente, diverse da quelle sorte sul nostro pianeta Terra, resta e resterà sempre una questione aperta. Non esiste alcun argomento logico, a priori oppure a posteriori, in grado di negare tale eventualità.

Fatta tale premessa, esistono due importanti argomenti, uno a favore e uno contro la plausibilità di altre forme di vita nel cosmo. L’argomento a favore è quello della enorme quantità di pianeti adatti a ospitare la vita, quando calcolati su basi statistiche grazie alle osservazioni oggi a nostra disposizione. Ogni galassia ha circa 100 miliardi di stelle e la metà di esse hanno certamente delle formazioni planetarie: fra queste, una frazione sensibile, non meno del 5-10% sono in una zona abitabile. Tenendo conto che nell’universo vi sono non meno di 1012 (mille miliardi di) galassie, i pianeti con condizioni simili alla Terra risultano essere, in linea di principio, parecchi miliardi. Si tratta, tuttavia, di calcoli che hanno come risultato il numero di ambienti che potrebbero ospitare la vita (condizioni necessarie per la vita), non quello di ambienti ove la vita si è di fatto sviluppata (condizioni sufficienti). Quest’ultimo computo risulta ancora impossibile perché non conosciamo quali sono tutti gli elementi necessari e sufficienti per la comparsa della vita su un pianeta.

L’argomento a sfavore è rappresentato dal fatto che, se esistessero molte civiltà evolute nella nostra galassia, da quando siamo in grado sulla Terra di ricevere onde radio saremmo entrati almeno qualche volta in contatto con loro. Inoltre, da quando esistono trasmissioni di onde elettromagnetiche emesse dal nostro pianeta, capaci di estendersi nello spazio, queste onde hanno raggiunto uno spazio sferico con un raggio di circa 100 anni-luce. In particolare, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, i terrestri hanno inviato più volte dei messaggi radio pensando a possibili futuri contatti con ETI. Nello spazio finora scandagliato dalle onde radio da noi emesse, non esiste alcuna civiltà extraterrestre che sia stata in grado di rispondere. Dai precedenti fatti nasce la domanda: dove sono gli altri? Tale domanda è nota come paradosso di Fermi.


Il Centro di Ricerca DISF, Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede, mette a disposizione di tutti contenuti che approfondiscono i rapporti fra cultura scientifica e questioni filosofico-umanistiche suscitate dalle scienze stesse, con speciale attenzione all’orizzonte sapienziale fornito dalla Rivelazione ebraico-cristiana. Il DISF è diretto da Giuseppe Tanzella-Nitti, ed è un'iniziativa dell'Università della Santa Croce di Roma.

Articolo originale: https://disf.org/educational/faq/tanzella-vita-intelligente

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