I matrimoni civili non hanno superato i religiosi

di redazione, 4 dicembre 2019

Nelle prime nozze ci si sposa in comune nel 31,3% dei casi. Il "sì" arriva sempre più tardi.

Storico sorpasso dei matrimoni civili rispetto a quelli religiosi, come hanno titolato tutti i media in Italia? No. O meglio, la questione dei matrimoni in Italia e dei dati pubblicati dall’Istat sarebbe da leggere un po’ meglio, come fa notare il sito TrueNumbers. Sì, i matrimoni civili nel 2018 sono stati oltre la metà dei totali: 50,1%. Ma questo dato  comprende le seconde nozze, quelle che vengono celebrate in modo civile nel 94% dei casi. E le ragioni sono legate anche al diritto canonico: il matrimonio cattolico precedente, prima di procedere con un altro, deve essere dichiarato nullo dal tribunale ecclesiastico. Anche i matrimoni in cui almeno uno sposo è straniero sono quasi tutti (89%) in Comune e sono crescita: anche loro, oltre alle seconde nozze, hanno contribuito al “sorpasso“.

PRIMI MATRIMONI

La chiave del discorso, però, sta nelle prime nozze: il 31,3% di queste vengono celebrate in Comune. In questo caso, dove si è veramente liberi di scegliere, il “sorpasso” non c’è stato, come si vede anche nel grafico in alto: la linea verde rappresenta la quota di matrimoni complessivi celebrati con il rito civile sul totale, quella rossa prende in considerazione solo i primi matrimoni. Senza dubbio il rito civile è diventato una realtà in Italia: è passato dalla quota irrisoria del 2,3% del 1970, al 36,7% del 2008 fino al 50,1% del 2018 (98.182 matrimoni celebrati con rito civile, circa 8 mila in più rispetto al 2008). E anche se si prendono in considerazione solo le prime nozze la quota è cresciuta di anno in anno, passando dal 20% del 2008 al 31,3% attuale.

SPOSARSI IN ITALIA

Vale la pena, però, guadare anche le altre parti del rapporto Istat sui matrimoni aggiornato con i dati del 2018. Si scopre che i matrimoni totali crescono del 2,3%. E nel 2018 si è fermato il calo, rilevato da decenni, delle prime nozze. Infatti, da 152.500 del 2017 sono diventate 156.870 nel 2018. Secondo l’Istat il calo generale nelle prime nozze riscontrato negli ultimi anni è da mettere in relazione in parte con la progressiva diffusione delle libere unioni, quelle che venivano chiamate coppie di fatto. Queste, dal 1997-1998 al 2017-2018, sono più che quadruplicate passando da circa 329 mila a 1 milione 368 mila.

GENTE CHE NON SI SPOSA

L’incremento è collegato prevalentemente dalla crescita delle libere unioni di celibi e nubili, passate da 122mila a 830mila circa. Questa modalità del fare famiglia è sempre più diffusa anche nel caso di famiglie con figli. L’incidenza di bambini nati fuori del matrimonio è in continuo aumento: nel 2017 quasi un nato su tre ha i genitori non coniugati. C’è da dire anche che anche chi si sposa lo fa sempre più tardi. L’età media, infatti, cresce ancora, come si vede nel grafico in basso. Attualmente gli sposi al primo matrimonio hanno in media 33,7 anni e le spose 31,5 (rispettivamente 1,6 e 2,1 anni in più rispetto al 2008).

UNIONI CIVILI DELLO STESSO SESSO

Il rapporto dell’Istat permette anche di fare il punto sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Nel 2018 sono state siglate 2.808 unioni civili negli uffici di stato civile dei comuni italiani. Queste si vanno a sommare a quelle già costituite nel corso del secondo semestre 2016 (2.336), anno di entrata in vigore della legge 20 maggio 2016 e dell’anno 2017. Come nelle attese, dopo il picco avutosi subito dopo l’entrata in vigore della nuova legge il fenomeno si sta ora stabilizzando. Si conferma anche nel 2018 la prevalenza di coppie di uomini (1.802 unioni, il 64,2% del totale), anche se in progressivo ridimensionamento (73,6% nel 2016, 67,7% nel 2017).

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