Più anziani, meno genitori e meno lavoratori nell’Italia del futuro

di Tommaso Cardinale, 24 aprile 2024

Nel 2050, cioè tra 25 anni, avremo più di 300 anziani ogni 100 giovani e tra sei anni la popolazione italiana sarà inferiore di un milione di persone rispetto a oggi. È quanto emerge dal report: "Esserci più giovani più futuro. Dai numeri alla realtà", realizzato dalla Fondazione per la Natalità in collaborazione con Istat e presentato ieri a Roma.

Più anziani e meno genitori nel prossimo futuro in Italia

In Italia nel 1951 ogni 100 giovani c’erano 31 anziani. All’inizio del 2024 ogni 100 giovani gli anziani sono diventati 200. Proseguendo con questa tendenza, in Italia nel 2050, ogni 100 giovani gli anziani saranno più di 300. Accanto a questo dato sugli anziani relativo al numero di giovani bisogna considerare anche un inevitabile aumento in numeri assoluti di ultraottantenni nei prossimi vent’anni.

Il rovesciamento della piramide demografica in Italia, il passaggio cioè, da una base larga di giovani che si prendono cura della “punta” composta da anziani, a una base larga di anziani che devono essere in qualche modo sostenuti dai pochi giovani, porterà una progressiva instabilità.

Da un lato verrà meno la proporzione tra pensionati e lavoratori, su cui è basata la sostenibilità del nostro sistema pensionistico. Dall’altro, come viene evidenziato nel report, stanno diminuendo i potenziali genitori, considerando il crollo della popolazione maschile e femminile tra i 15 e i 49 anni in corso dal 2011. Bisogna comunque considerare che in 8 casi su 10 ci sono delle difficoltà che non consentono alle coppie in Italia di realizzare il proprio desiderio di famiglia.

Le conseguenze dell’inverno demografico su giovani e lavoro

Questo rovesciamento della piramide demografica va contestualizzato anche guardando alla situazione lavorativa dei giovani in Italia oggi. Il report rileva che il tasso di occupazione dei giovani italiani detiene saldamente l’ultimo posto tra i paesi dell’Unione Europea, anche considerando una fascia di età non giovanissima (fino ai 39 anni), e che un giovane su tre nella fascia 16 - 24 anni è a rischio povertà.

Ci si potrebbe chiedere allora quanto lo Stato italiano investa nella spesa pubblica per i giovani, in particolare per l’istruzione. Le voci della spesa pubblica italiana per i giovani non raggiungono i livelli degli altri paesi, In termini di Pil la spesa pubblica per i giovani in Italia è 4,1%, sotto la media dei paesi Ue27, che 4,8%. La Francia investe il 5,2%, la Spagna il 4,6% e la Germania il 4,5%. 

Quanti saremo in Italia nel 2030?

Oggi quasi la metà delle donne tra 18 e 49 anni non ha figli in Italia. Volendo considerare uno scenario a metà tra la migliore e la peggiore proiezione demografica, entro il 2030 passeremo dai 59 milioni al 1° gennaio 2022 a 58,1 milioni, con un tasso di variazione medio annuo pari al -2‰. 

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