Rapporto Kissinger: il controllo delle nascite come politica internazionale

di Sara Maddaloni, 18 dicembre 2023

Combattere la demografia esplosiva dei paesi emergenti con politiche internazionali e ricatti per evitare che la presenza di troppi umani sulla Terra possa mettere a repentaglio le risorse e le materie prime per gli Stati Uniti. E' stata questa la strategia proposta da Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale di Nixon, che ebbe un ruolo centrale nella realizzazione del National Security Study Memorandum 200 (NSSM 200), promemoria a cui collaborarono NSA, CIA, Stato e Pentagono e tenuto segreto fino al 1989.

La sua tesi secondo cui la sicurezza nazionale americana dipendeva dalla guerra al numero di persone influenzò notevolmente le opinioni della realpolitik che, credendo che le persone significassero potere e preoccupata per il declino demografico dell’Occidente, cercò di progettare un crollo della fertilità tra i popoli più prolifici, anche a costo di ingannare e di forzare altri paesi a farlo.

Il Rapporto Kissinger”, come riportato da Mercatornet, avvertiva che se i tassi di fertilità fossero rimasti costanti, la popolazione mondiale avrebbe raggiunto i 103 miliardi entro il 2075. Questa rapida crescita venne considerata una minaccia alla sicurezza: avrebbe potuto portare alla concorrenza per le materie prime necessarie all’economia statunitense e fornire opportunità all’Unione Sovietica e alla Cina per promuovere rivoluzioni comuniste e reclutare stati clienti. 

Il risultato immediato fu un enorme incremento nella spesa per il controllo della popolazione da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. I governi furono incoraggiati a intervenire, anche violentemente, nelle decisioni più private delle famiglie, venne imposto il controllo della popolazione alle nazioni sovrane e ostacolata la crescita economica riducendo il numero degli esseri umani.

Per preservare il vantaggio globale dell’America in termini di armi, ricchezza e forza geopolitica vennero presi di mira decine di paesi in tutto il mondo, in particolare quelli considerati vulnerabili all’insurrezione comunista, quelli che probabilmente sarebbero diventati potenze regionali, quelli ricchi di risorse naturali e che detenevano metalli preziosi. 

Il Rapporto Kissinger fu formalmente adottato come politica estera degli Stati Uniti il 26 novembre 1975. 

La guerra contro le persone era in corso quando nel 1976 venne pubblicato un rapporto di follow-up dalla Interagency Task Force in cui furono poste alcune domande inquietanti:

- Il cibo può essere considerato uno strumento di potere nazionale? (SÌ.)

- Su quale base dovrebbero essere fornite tali risorse alimentari? (Solo verso i paesi con programmi di controllo della popolazione in atto.)

- Saremo costretti a fare delle scelte su chi possiamo ragionevolmente assistere e, in tal caso, gli sforzi demografici dovrebbero essere un criterio per tale assistenza? (SÌ.)

- Le misure obbligatorie di controllo della popolazione sono appropriate per gli Stati Uniti e/o altri paesi? (Forse.)

- Gli Stati Uniti sono pronti ad accettare il razionamento alimentare per aiutare le persone che non possono/non vogliono controllare la crescita della propria popolazione? (NO.)

Questo programma gigantesco e cinico per ridurre il numero degli esseri umani è stato portato avanti per oltre 50 anni e ancora oggi la tesi di Henry Kissinger continua ad essere utilizzata per giustificare la promozione dell’aborto, della sterilizzazione e della contraccezione in tutto il mondo.

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