I cittadini italiani che hanno dichiarato un reddito sono stati 41.372.851 nel 2018. Tra questi, sono 31.155.444 quelli che hanno versato almeno un euro di Irpef. Ciò significa che 29,204 milioni di italiani non hanno reddito e vivono quindi a carico di qualcuno. È quanto emerge dal report 2020 di Itinerari Previdenziali sulle dichiarazioni dei redditi del 2019 (che si riferiscono quindi alle entrate del 2018).
Quasi la metà degli italiani, 29,204 milioni pari al 48,38%, non ha redditi e vive quindi, almeno sulla carta, a carico di qualcuno. Il report sottolinea che rispetto agli ultimi cinque anni di analisi i contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi sono lievemente aumentati, anche a fronte di una non diminuzione della pressione fiscale.
Pochi contribuenti reggono il sistema fiscale
Si conferma il fatto che una ristretta parte di contribuenti continui a sostenere la maggior parte della fiscalità: coloro che hanno dichiarato redditi superiori a 35mila euro, ovvero il 13% dei dichiaranti, hanno versato circa il 58,9% dell’Irpef complessiva del 2018. Sommando invece solo i titolari di redditi lordi da 300mila a 100mila euro, emerge che il 4,63% dei contribuenti paga il 37,57% dell’imposta totale.
I contribuenti delle prime due fasce di reddito, quelle più basse (fino a 7.500 e da 7.500 euro a 15mila) sono 18.156.997, pari al 43,89% del totale, e hanno versato nel 2018 il 2,42% di tutta l’Irpef. Tra i 15.000 e i 20.000 euro di reddito lordo dichiarato sono invece 5,724 milioni i contribuenti.
L’esempio della sanità del 2018
Per spiegare in che senso metà della popolazione è fiscalmente sulle spalle dell’altra metà, esaminiamo il finanziamento della sanità del 2018: in quest’anno la spesa sanitaria pubblica italiana è ammontata a 115.448 milioni di euro, a beneficio di 60.359.546 italiani.
Dividendo il numero di italiani per il totale della spesa sanitaria, otteniamo una spesa pro-capite di 1.886,51 euro nel 2018. Ma i contribuenti delle fasce di reddito più basse, pari al 43,89% del totale, hanno versato un’Irpef media di 163 euro nello stesso anno. Aggiungendo all’ammanco di queste due fasce anche quello della fascia superiore (redditi tra i 15 e i 20mila euro, con un’imposta media di 1.348 euro all’anno), si arriva a una differenza di 54 miliardi di euro tra servizi sanitari goduti e Irpef versato, che giocoforza verranno pagati dalle fasce più alte, a partire dai cittadini che hanno dichiarato redditi dai 20mila euro in su.
In estrema sintesi: il 42% dei contribuenti versa quasi il 91% di tutta l’Irpef.
Il report sottolinea che l’elevato numero di cittadini che non dichiarano redditi determina un aumento delle spese assistenziali e in prospettiva mette in difficoltà il nostro sistema di welfare, per cui è verosimile l’arrivo di un momento in cui chi ha veramente bisogno di un servizio o di un ammortizzatore sociale potrebbe non goderne a causa di chi oggi non dichiara o dichiara il falso. Questa tendenza è già avallata dai dati, se si considera che la spesa per assistenza finanziata dalla fiscalità generale è passata dai 73 miliardi di euro del 2008 ai circa 106 miliardi del 2018.
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