Il bilancio del Vaticano e della Curia romana del 2019

di Raffaele Buscemi, 1 ottobre 2020

Un anno di conti pubblici molto buoni il 2019, anche se il 2020 sarà molto duro.
La Santa Sede ha reso pubblico il bilancio dello scorso anno – non accadeva dal 2015 – che ha visto un rosso di soli 11 milioni, dai -75 del 2018. Quello pubblicato è il bilancio della Curia – cioè di tutti gli enti del governo centrale, ben 60 tra dicasteri, uffici e fondazioni – che si differenzia dallo Stato Città del Vaticano, che ha un bilancio a parte. La Santa Sede quindi lo scorso anno ha registrato entrate per 307 milioni di euro e spese 318 milioni di euro (-11), e un patrimonio netto pari a 1.4 miliardi di euro, cifra certamente molto prudenziale, come la stima degli immobili (640 milioni).

Le cifre ufficiali rese note dalla Santa Sede precisano che se si aggiunge il bilancio del Governatorato del Vaticano – in cui sono ricompresi i Musei e altre attività come Gendarmeria, Farmacia ecc.. - l'Obolo di San Pietro (66 milioni), lo Ior, il Fondo pensioni e delle Fondazioni si ottiene un patrimonio netto di circa 4 miliardi di euro. Cifre che annullerebbero il deficit se computate assieme.

E' il primo bilancio - accompagnato da una documentazione molto dettagliata per singolo dicastero, fatto fino ad oggi mai accaduto - che “firma” il Prefetto della Segreteria per l'Economia, il gesuita spagnolo padre Juan Antonio Guerrero Alves, messo a capo del dicastero dal papa lo scorso gennaio. Quello che viene chiesta è trasparenza. «Chi chiede trasparenza ha ragione. L'economia della Santa Sede deve essere una casa di vetro. Questo è quel che il Papa ci chiede. Questo è l'impegno della Segreteria per l'economia e il mio proprio, e questo è quello che vedo negli altri organismi della Curia. Per questo è stata avviata una riforma. Per questo sono state cambiate alcune regole. Per questo è stato varato il codice appalti. Su questa strada andiamo avanti» ha detto Guerrero in un'intervista a Vatican News a firma di Andrea Tornielli, direttore editoriale della Santa Sede. Precisando che comunque le cifre complessive sono comunque limitate: «Ci sono molte high school negli Stati Uniti che hanno un volume superiore a quello della Curia romana indicato in questo bilancio. I fedeli hanno comunque il diritto di sapere come usiamo le risorse nella Santa Sede. Non siamo proprietari, siamo custodi di beni che abbiamo ricevuto».

 

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