Nel 2024 sono stati assegnati dallo Stato Italiano alla Chiesa cattolica 910.266.483,20 di euro provenienti dall’8x1000. Questa cifra, come emerge dai dati della 79a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, è definita dalla somma di 990.522.336,08 di euro per l’anno 2024 con un conguaglio di -80.255.852,88 di euro sulle somme dell’anno 2021.
Durante l'Assemblea Generale della CEI tenutasi a maggio, i vescovi hanno determinato la suddivisione dei fondi 8xmille per le tre finalità previste dalla legge: esigenze di culto e pastorale della popolazione italiana, sostentamento dei sacerdoti e interventi caritativi in Italia e nei paesi in via di sviluppo.
La voce di spesa maggiore è quella relativa al sostentamento del clero: nel 2023 ai sacerdoti che hanno prestato il proprio servizio nelle Diocesi italiane, che erano quasi 29 mila, sono stati assegnati 403.000 milioni di euro. Alla loro remunerazione, che varia da poco più di 900 euro netti fino a circa 1.800 euro netti al mese, oltre all’8xmille provvede anche l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC).
Alle esigenze di culto e pastorale quest’anno, è assegnata, oltre ai fondi ricavati dall’8x1000, la somma 134,361 milioni di euro del Fondo “a futura destinazione per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi” costituito dalla 51a Assemblea Generale.
Agli interventi caritativi nelle diocesi mediamente è destinato circa il 25% di tutto l'ammontare dell'8x1000. Ad essi nel 2023 la CEI ha destinato 150 milioni di euro, ripartiti tra le 226 Diocesi: quasi un terzo di tale importo è destinato al sostegno diretto a persone bisognose.
Ricapitolando al sostentamento del clero è destinato il 40% dell'ammontare dell'8x1000, alle esigenze del culto pastorale il 35% e agli interventi caritativi nelle diocesi il 25%.
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