In questi giorni papa Francesco si trova in Canada per un viaggio apostolico penitenziale e, nell’incontro con le popolazioni indigene, ha rinnovato la richiesta di perdono per i molti cristiani che “hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni”, con particolare riferimento alle scuole residenziali, le cui conseguenze complessive “sono state catastrofiche”.
Chi ha chiesto perdono per le scuole residenziali in Canada?
Da dopo la chiusura dell’ultima scuola residenziale nel 1996 è iniziato un movimento di riparazione e di richiesta di perdono alle comunità aborigene, sia da parte del governo canadese che da parte dei leader religiosi le cui confessioni sono state coinvolte nella gestione delle scuole: oltre alla Chiesa Cattolica (già con Benedetto XVI nel 2009), ci sono le richieste di perdono della chiesa Anglicana, della chiesa Presbiteriana, e delle Chiese Metodiste.
Una breve storia delle scuole residenziali in Canada
Sin dalla sua colonizzazione francese, iniziata nel 1600, in Canada sono presenti tre gruppi principali di popolazioni aborigene, gli Inuit, i Métis, e i First Nation (aborigeni che non appartengono agli altri due gruppi).
Le Scuole residenziali in Canada, attive tra il 1870 e il 1996, avevano la finalità di favorire l’assimilazione culturale delle popolazioni aborigene canadesi nella società civile urbanizzata. Per fare questo, il governo canadese decise di intervenire proprio sulla fascia più giovane della popolazione aborigena, quella tra i 4 e i 16 anni. Le scuole vennero finanziate dal governo canadese ma gestite dalle chiese cristiane presenti sul territorio, le cui più importanti erano: Anglicane, Cattoliche, Metodiste, e Presbiteriane.
Come riportato da un report della “Truth and Reconciliation Commission of Canada”, l’istituzione che si occupa proprio della questione sociale legata alle Scuole residenziali, l’intenzione dei promotori di questo sistema era di fatto risolvere il “problema degli Indiani”. Queste le parole di Duncan Campbell Scott, Ministro degli Affari Indiani in Canada nel 1920:
Voglio sbarazzarmi della problema degli Indiani. [...] Il nostro obiettivo è proseguire finché non ci sarà nemmeno un indiano in Canada che non sia stato assorbito nel corpo politico e così non ci sarà alcuna questione Indiana e nessun Dipartimento per gli Indiani
Nell’arco di cento anni circa 150mila giovani aborigeni sono stati formati nelle 139 Scuole residenziali in Canada, obbligatorie per gli Indiani tra i sette e i sedici anni. Secondo il report, la maggior parte dei bambini non ha registrato un ricordo positivo degli anni passati nelle scuole residenziali, in cui vigevano delle regole molto dure: era vietato parlare nelle lingue native e si poteva parlare solo inglese o francese; era obbligatorio aderire alla religione di chi gestiva la scuola; il cibo era poco e la dieta irregolare; utilizzo di elettroshock; soprusi fisici, abusi sessuali e scarsità di assistenza medica erano all’ordine del giorno. Negli ultimi tempi sono stati scoperti anche dei luoghi di sepoltura non dichiarati dalle scuole che avrebbero ospitato un numero ancora non precisato di bambini e giovani indiani (tra i mille e i seimila in cento anni, ma non c'è una stima definitiva).
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