Che cos’è l’adozione del concepito

di Tommaso Cardinale, 16 ottobre 2019

Qualche mese fa è stata presentata alla Camera una proposta di legge per permettere l’adozione del concepito. Oggi non è noto quali sia lo stato dei lavori su questa proposta (anche perché è cambiato il Governo), ma in questo articolo approfondiamo che cos’è l’adozione del concepito (chiamata anche “adozione in pancia”).

Questo tipo di pratica è legale in alcuni paesi come gli Stati Uniti. Si tratta della possibilità di un’alternativa alla donna che, invece di abortire (come previsto dalla legge 194), può richiedere che il Tribunale competente dichiari lo stato di adottabilità del nascituro: in questo modo la donna può portare a termine la gravidanza senza necessariamente tenersi il bambino una volta venuto al mondo.

Secondo la proposta di legge, nell’adozione del concepito è il Tribunale al quale viene presentata la richiesta che valuta le condizioni affinché il nascituro sia accolto nella nuova famiglia. Questo tipo di adozione sarebbe quindi un caso particolare di adozione nazionale e si configurerebbe in maniera specifica come alternativa ai casi in cui la donna può richiedere legalmente l’interruzione volontaria di gravidanza (aborto). Grazie al Tribunale per i minorenni, il concepito può ottenere lo stato di adottabilità.

Le differenze con l’utero in affitto o gestazione per altri

L’adozione del concepito o “adozione in pancia” è una pratica molto diversa dall’utero in affitto. Innanzitutto, come spiega bene anche Massimo Magliocchetti nel suo blog, nell’adozione del concepito non c’è alcun tipo di compravendita o contratto tra gestante e futuri genitori. In secondo luogo la scelta della famiglia di adozione è effettuata da un giudice, che, per l’Italia, selezionerebbe il nucleo attingendo dall’elenco nazionale delle adozioni: non è previsto alcun contatto tra gestante e famiglia di destinazione. In terzo luogo, tenendo di conto quanto la gravidanza possa cambiare la vita della mamma, dopo il parto la donna avrebbe sette giorni per annullare l’adottabilità e tornare sui propri passi.

Un’ulteriore differenza sostanziale con la pratica dell’utero in affitto è che la proposta di legge sull’adozione del concepito prevede che gli aspiranti genitori adottivi hanno l’obbligo di dichiarare di essere disponibili ad adottare bambini con malformazioni.

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