Il 14 febbraio si è consumata la più grave sparatoria mai avvenuta in una scuola statunitense, dopo che in un liceo di Pompano Beach (Florida) l’ex studente Nikolas Cruz di 19 anni ha ucciso 17 persone, ferendone altre 15.
Abbiamo già parlato di come in USA le armi da fuoco mietano più vittime che l’AIDS, dopo un’altra sparatoria di massa, avvenuta a Las Vegas. Quella volta le vittime erano state 58.
I dati del Gun Violence archive ci mostrano però che le sparatorie di massa sono solo una piccola parte delle sparatorie consumate in USA: 30 su 6572 incidenti totali (dato aggiornato al 2018). Secondo un calcolo del Guardian, gli americani possiedono circa 265mln di armi da fuoco.
Considerando che la popolazione americana dai 18 anni su è di circa 240 milioni di persone, ciò significa che in USA ci sono più pistole che adulti. È ovvio quindi che il rischio che si verifichino incidenti causati da armi da fuoco è altissimo.
Il rischio di incidenti rimane alto anche escludendo le stragi di massa che, in questo caso specifico, si definiscono così quando quattro o più persone vengono uccise in una sparatoria, escluso il tiratore. Il significato che viene dato al termine inglese "mass shooting" può però variare a seconda del numero delle vittime, il tempo e il luogo della sparatoria, se si contano solo i morti o anche i feriti, la scelta delle vittime e così via.
Il problema della sicurezza negli USA è ancora più grave se si pensa che molte delle armi da fuoco utilizzate nelle sparatorie di massa sono state ottenute legalmente (166 su 292) mentre solo 49 risultano acquistate per vie illegali.
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