In Italia ci si sposa sempre di meno: i dati ISTAT rivelano che nel 2023 sono stati celebrati 184.207 matrimoni, il 2,6% in meno rispetto al 2022. I dati dei primi otto mesi del 2024 indicano un’ulteriore diminuzione dei matrimoni: -6,7% di nozze celebrate rispetto allo stesso periodo del 2023. Sono state celebrate 29.732 nozze con almeno uno sposo straniero (il 16,1% del totale dei matrimoni).
Una recente storia dei matrimoni
Nel report ISTAT si ripercorrono in maniera generale le cause che hanno portato gli italiani a sposarsi con maggiore o minore frequenza: nel 2000 si rilevò un aumento di matrimoni collegate al desiderio di iniziare con un’unione il nuovo millennio; il triennio 2009-11 fu segnato dalla diminuzione di nozze dei cittadini stranieri a causa di leggi ostative; la crisi economica del 2008 segnò un altro freno al numero di unioni; come ricordiamo, nel 2020 i matrimoni si dimezzarono a causa della pandemia: le nozze posticipate “esplosero” nel biennio successivo.
Aumentano i matrimoni di rito civile, diminuiscono i divorzi
Prosegue il trend che vede aumentare il numero di matrimoni celebrati con rito civile: il 58,9% nel 2023. I matrimoni religiosi sono stati molti di meno rispetto all’anno precedente (-8,2%). Questa tendenza, che fa più notizia negli ultimi anni, viene in realtà da lontano: basti pensare che nel 1990 i matrimoni religiosi erano l’83,2%, e venti anni dopo, nel 2010 erano 63,5%.
Insieme ai matrimoni, in Italia diminuiscono anche divorzi e separazioni. Nel 2023 le separazioni sono state complessivamente 82.392 (-8,4% rispetto all’anno precedente). I divorzi sono stati 79.875, il 3,3% in meno rispetto al 2022 e il 19,4% in meno nel confronto con il 2016, anno in cui sono stati finora i più numerosi (99.071).
Perché oggi in Italia ci si sposa sempre di meno?
Non è facile rispondere a questa domanda, poiché le cause sono tante. Bisogna considerare che le convivenze sono più che triplicate tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2022-2023 (da circa 440mila a più di 1 milione e 600mila). Per cui sembrerebbe che “culturalmente” il matrimonio abbia perso fascino. Inoltre l’inverno demografico porta con sé una diminuzione della platea di persone che possono sposarsi, che incide maggiormente nei casi in cui al progetto del matrimonio corrisponde il progetto di avere figli. Infine il 61,2% dei giovani fino ai 35 anni resta a casa dei genitori, posticipando i propri progetti di unione matrimoniale, qualora presenti.
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