Con più di 100 associazioni federate e 10 milioni di membri, la World Medical Association (WMA) è una delle realtà più rappresentative del mondo della medicina. Più volte nella sua storia la WMA ha dichiarato esplicitamente che l’eutanasia non è etica. Ecco cosa si legge nella dichiarazione della WMA sull’eutanasia (traduzione nostra):
“L’eutanasia, che è l’atto di porre deliberatamente fine alla vita di un paziente, anche nel caso in cui ciò accada su richiesta del paziente o su quella dei parenti stretti del paziente, non è etica. Ciò non esenta il medico dal rispettare il desiderio del paziente di lasciare che il naturale processo della morte segua il suo corso nella fase terminale della malattia”.
“Il suicidio medicalmente assistito, come l’eutanasia, non è etico e deve essere condannato dalla professione medica. Laddove l’assistenza del medico è intenzionalmente e deliberatamente diretta a fare in modo che un individuo possa porre fine alla propria vita, il medico sta agendo in maniera non etica”.
In coda a questa dichiarazione è presente un invito della WMA a tutte le associazioni nazionali di medici, nel quale si chiede di non praticare l’eutanasia anche in quei paesi in cui è legale.
Per sottolineare il peso di questa posizione secondo la quale l’eutanasia non è etica, è importante conoscere la storia della WMA, che è nata nel 1947 a Parigi. Questa associazione internazionale è stata creata “per assicurare l’indipendenza dei medici, e per raggiungere gli standard più alti possibile di cura e comportamento etico da parte dei medici”, nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale. Proprio per questo motivo una delle prime preoccupazione della WMA fu quella di bandire definitivamente dall’ambito medico le pratiche eugenetiche che erano fiorite in Europa nei paesi ad influenza nazista.
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