Unione Europea e migrazione: le quote di ripartizione e l'agenda

di Marco Nozzoli, 10 giugno 2015

A seguito delle numerose crisi che si sono verificate nel Mar Mediterraneo negli ultimi mesi, caratterizzate purtroppo dalla perdita di molte vite umane, la Commissione europea, in data 13 maggio 2015 ha adottato l’Agenda europea sulla migrazione grazie alla quale tutti gli Stati membri dell’UE saranno coinvolti nella gestione della problematica. 

La prima parte dell’agenda stabilisce misure immediate per impedire tragedie umane e affrontare le emergenze, mentre la seconda definisce una nuova strategia per gestire meglio la migrazione a medio e lungo termine. 

Le misure immediate previste dalla Commissione europea consistono innanzitutto in un potenziamento delle attività di ricerca e soccorso al fine di ripristinare il livello di intervento garantito dalla missione italiana Mare Nostrum. A tal proposito, la Commissione triplicherà la dotazione delle operazioni congiunte Triton e Poseidon di Frontex per il 2015 e il 2016 (per vedere la differenza tra Triton e Mare Nostrum potete leggere questo articolo). Un’altra misura immediata della Commissione è quella di proporre l’attivazione del sistema di risposta di emergenza previsto dall’articolo 78, paragrafo 3, del TFUE per distribuire equamente tra gli Stati membri le persone con evidente bisogno di protezione internazionale. In base alle quote previste all’Italia spetta la ricollocazione dell’11,84% del totale dei migranti. 

Parallelamente, l’Unione intende perseguire l’obiettivo assegnatole dall’UNHCR di reinsediare nell’UE 20.000 persone l’anno da qui al 2020, alle quali non sono garantite le condizioni di sicurezza necessarie per restare nel proprio paese. Il programma si applicherà in tutti gli Stati membri secondo precise quote (per l’Italia è 9,94% pari a 1989 persone) stabilite sulla base di criteri di distribuzione come PIL, popolazione, tasso di disoccupazione e numero passato di richiedenti asilo e di rifugiati reinsediati, e terrà conto degli sforzi già compiuti dagli Stati su base volontaria. A sostegno del programma il bilancio dell’UE fornirà un finanziamento supplementare di 50 milioni di EUR nel 2015-2016. 

Inoltre, al fine di affrontare a monte il problema dell’immigrazione, la Commissione e il Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE) collaboreranno con i Paesi partner per adottare misure volte ad impedire la partenza per viaggi carichi di rischi attraverso tre azioni concrete: stanziamento di 30 milioni di euro nel 2015-2016 per i programmi di sviluppo e protezione regionale nell’Africa settentrionale, nel Corno d’Africa e nel Medio Oriente; istituzione in Niger di un centro multifunzionale entro il 2015 in collaborazione con l’UNHCR, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e le autorità del Niger per offrire informazioni, protezione locale e opportunità di reinsediamento alle persone in stato di necessità; infine, la migrazione assurgerà a componente specifica delle missioni di politica di sicurezza e di difesa comune già in corso in paesi come il Niger e il Mali, che saranno rafforzate sotto l’aspetto della gestione delle frontiere. Naturalmente tutte queste iniziative si affiancheranno alle azioni politiche di promozione della stabilità in favore di Paesi quali la Libia e la Siria. 

Infine, per dare supporto materiale agli Stati membri che sono maggiormente coinvolti, la Commissione ha deciso di istituire un nuovo metodo basato sui “punti di crisi”: l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), Frontex ed Europol lavoreranno sul terreno con gli Stati membri per condurre con rapidità le operazioni di identificazione, registrazione e rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo. Chi presenterà domanda di asilo sarà immediatamente immesso in una procedura cui contribuiranno le squadre di sostegno dell’EASO. Per chi invece non necessita di protezione, è previsto che Frontex aiuti gli Stati membri coordinando il rimpatrio dei migranti irregolari, mentre Europol ed Eurojust assisteranno lo Stato ospitante con indagini volte a smantellare le reti della tratta e del traffico di migranti. Inoltre, al fine di supportare gli Stati membri maggiormente coinvolti nell’accoglienza dei migranti, la Commissione fornirà 60 milioni di euro di finanziamenti di emergenza supplementari.

Per quanto riguarda la strategia europea di medio-lungo termine, l’Agenda europea sulla migrazione prevede l’adozione di una nuova politica che si basa su quattro pilastri. 

Il primo consiste nel ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare, ovvero affrontare le cause profonde della migrazione con gli strumenti della cooperazione allo sviluppo e l’assistenza umanitaria inserendo tale problematica tra le azioni prioritarie delle delegazioni dell’UE, attraverso l’adozione di un piano di azione contro il traffico di migranti entro il 2015, il rafforzamento e la modifica della base giuridica di Frontex per potenziarne il ruolo in materia di rimpatrio. 

Il secondo pilastro è quello della creazione di una capacità di gestione delle frontiere rendendole più sicure e di salvare vite umane. Ciò prevede, tra le altre misure, un rafforzamento del ruolo e delle capacità di Frontex, del coordinamento a livello europeo delle funzioni di guardia costiera e l’introduzione di una norma dell’Unione sulla gestione delle frontiere. 

Il terzo pilastro prevede l’adozione di una politica di asilo forte, al fine di migliorare le politiche degli Stati membri in materia di asilo. A tal proposito sarà istituito un nuovo processo di monitoraggio sistematico che esamini l’attuazione e l’applicazione delle norme in materia di asilo e promuova la fiducia reciproca tra i Paesi membri della UE per garantire la protezione a chi ne ha diritto. Inoltre, è in programma un riesame ed un’eventuale revisione del “sistema Dublino”, il meccanismo di ripartizione delle responsabilità per l’esame delle domande di asilo dei Paesi membri dell’UE. 

Infine, il quarto pilastro, riguarda l’adozione di una nuova politica di migrazione legale che si rende necessaria al fine di rispondere alla domanda di competenze nell’UE che fra il 2012 e il 2025 produrrà un aumento del 23% delle mansioni che richiedono lavoratori più qualificati. Tra le altre misure, la Commissione prevede: una revisione della direttiva “Carta blu” del 2009, sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi che 
intendano svolgere lavori altamente qualificati; l’istituzione di una piattaforma di dialogo per raccogliere i contributi delle imprese, dei sindacati e di altre parti sociali, allo scopo di aumentare al massimo i vantaggi della migrazione per l’economia europea e per i migranti stessi; infine, il rafforzamento del sistema delle rimesse per renderle meno costose e più sicure al fine di massimizzare i vantaggi per lo sviluppo dei Paesi di origine.

 

 

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