La crisi dei rifugiati nell'UE del 2015 e una politica debole in termini di integrazione, come abbiamo visto nel precedente articolo, hanno portato la Svezia al collasso.
Differente è stata la gestione di tale crisi in Danimarca.
Nel 2018, spiega Social Evolution, il governo danese ha introdotto una legge definita “anti-ghetto”, con l’obiettivo di affrontare le sfide sociali nei quartieri a basso reddito, i ghetti appunto, riducendo la concentrazione di comunità di immigrati, abbassando il tasso di disoccupazione e migliorando gli standard educativi.
Con le elezioni del 2022, però, la situazione è cambiata anche in Svezia: al potere è salito il governo di minoranza del primo ministro svedese di centro-destra Ulf Kristersson il quale ha introdotto una serie di riforme volte a ridurre il numero di migranti che arrivano irregolarmente nel paese e ad espellere i richiedenti asilo respinti.
Un'importante novità è stata la Information Law, una legge che impone agli ufficiali pubblici, come medici, infermieri o assistenti sociali, di segnalare la presenza sul territorio di immigrati senza documenti quando questi ultimi dovessero richiedere i loro servizi.
Il governo svedese ha proposto anche una legge anti-ghetto molto simile a quella danese, con l'obiettivo di non avere nessun' area nel paese in cui il 50% della popolazione sia non occidentale. Per riuscire nell’intento, la Svezia ha adottato un approccio molto drastico: cacciare le persone dalle loro abitazioni, smantellare le case quando necessario e offrire fino a 34.000 dollari ai richiedenti asilo che decidono di lasciare il Paese.
Questa è una politica già presente in altri Paesi, ma ciò che la distingue è la cifra considerevole offerta: il doppio rispetto alla Danimarca e 10 volte più alta di quella offerta da paesi come Francia o Germania.
La scommessa del governo svedese è che molti richiedenti asilo, che a distanza di 7-8 anni dall'arrivo sul territorio non lavorano e vivono totalmente o parzialmente con i sussidi statali, accettino i 34.000 dollari, lascino la Svezia e tornino nei loro paesi d'origine.
Dal 2023, il numero di richiedenti asilo in Svezia non è mai stato così basso e, per la prima volta dopo 50 anni, il numero di persone che ha lasciato il Paese ha superato quello degli immigrati.
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