Abbiamo visto come la questione della transizione da un sesso all’altro crei delle problematiche evidenti per quanto riguarda la sicurezza e la competitività, specialmente negli eventi sportivi in cui sono coinvolte donne e uomini trans.
La questione si è recentemente riproposta ai massimi livelli sportivi perché la neozelandese Laurel Hubbard, nata Gavin Hubbard e già campione di sollevamento pesi, parteciperà alle olimpiadi di Tokyo nella categoria 87+. Hubbard ha effettuato la transizione dal sesso maschile a quello femminile.
Prima della transizione dal sesso maschile a quello femminile Hubbard aveva stabilito un record nazionale, arrivando a sollevare 300 kg nella categoria 105+. Oggi, a 47 anni, è campionessa mondiale di sollevamento pesi per la categoria 87+ con un totale di 285 kg sollevati. Nelle categorie maschili 81 e 89 il record attuale è di 310 kg sollevati, per cui “appena” 25 kg in più nell’equivalente femminile detenuto da Hubbard. Il dato rende ancora più perplessi considerando un record femminile nella categoria 90kg precedente a quello di Hubbard: nel 2014 Tatiana Kashirina diventò campionessa sollevando 155 kg.
Mentre le atlete donne che passano al sesso maschile possono essere direttamente ammesse alle competizioni olimpioniche maschili, secondo le linee guida del Comitato Olimpionico Internazionale il discorso per gli uomini che effettuano la transizione a donne è, come abbiamo appena visto, più complesso.
Anche in uno sport senza contatto fisico come il sollevamento pesi la questione della biologia originariamente maschile dell’atleta transessuale mette in discussione il principio di garanzia di una competizione equa (fair competition).
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