Spese militari: in Italia in aumento anche nel 2022

di redazione, 17 gennaio 2022

Il covid non ferma la crescita della spesa nel comparto militare italiano. Nel 2022, infatti, le spese militari saranno oltre 25 miliardi, di cui più di 8,2 per nuove armi (+13,8% rispetto al 2021). A fare i conti un report dettagliato di "Milex", l'osservatorio italiano sulle spese militari.


L’aumento per l’anno 2022, ancora una volta netto e rilevante rispetto agli anni passati, viene trainato dal bilancio proprio del Ministero della Difesa che sfiora complessivamente i 26 miliardi di euro (25.935 milioni per la precisione) con una crescita di 1.352 milioni di euro (+5,4% rispetto al 2021). Ancora più del solito si tratta, come già accennato, di un aumento derivante da decisioni prese in passato: già il bilancio a legislazione vigente prevedeva per il Ministero della Difesa un totale complessivo di 25.904 milioni che è stato lievemente ritoccato per circa 31 milioni dalle decisioni in discussione in manovra (Sezione I della Legge di Bilancio).

Le voci interne del Bilancio della Difesa vedono aumenti tra i 150 e i 200 milioni di euro per Marina Militare e Carabinieri, una flessione di 90 milioni per l’Aeronautica Militare e una sostanziale conferma del budget per l’Esercito. Ben più robusto l’aumento di stanziamento per i capitoli complessivamente afferenti a Stato Maggiore e Segretariato Generale della Difesa (insieme agli uffici politici e di bilancio): circa un miliardo e duecento milioni di euro in crescita determinati soprattutto da stanziamenti per l'acquisto di nuovi sistemi d’armamento.

Il quadro sinottico delle voci principali che compongono la spesa militare previsionale italiana per il 2022 è il seguente:


 

2022

2021

Aumento %

       
MINISTERO DELLA DIFESA      

Stato Maggiore, Segretariato Generale

7.980.894.002 €

6.783.656.906 €

17,65%

Esercito

5.551.699.569 €

5.547.954.688 €

0,07%

Marina Militare

2.241.884.450 €

2.020.782.729 €

10,94%

Aeronautica Militare

2.891.680.221 €

2.978.096.301 €

-2,90%

Carabinieri

543.000.000 €

586.000.000 €

-7,34%

       
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO      
Spesa acquisizione nuovi sistemi d’armamento

2.892.498.073 €

3.258.851.803 €

-11,24%

       
MINISTERO DELLA DIFESA      
Fondo missioni all’estero (solo parte militare)

1.257.750.000 €

1.334.610.000 €

-5,76%

       
INPS      
Quota pensioni militari

2.300.000.000 €

2.300.000.000 €

0,00%

       
ALTRI FONDI diretti

164.247.720 €

164.247.720 €

0,00%

       
TOTALI

25.823.654.035 €

24.974.200.147€ 

3,40%

 

 

Come è evidente dalle voci principali, ancora una volta siamo di fronte ad un aumento legato in particolare a nuovi investimenti in sistemi d’arma con fondi che oltretutto vengono sempre più messi direttamente a disposizione della Difesa, mentre si riduce la quota parte destinata ad investimenti militari sul bilancio del Ministero dello Sviluppo Economico.

Come ogni anno i dati sono raggruppati in macro voci e non forniscono alcun dettaglio su quali siano i sistemi d’armamento che verranno acquisiti (come invece viene poi fatto nel Documento Programmatico Pluriennale del Ministero della Difesa) ma la destinazione è chiara: sui capitoli specificamente legati all’investimento troviamo poco oltre i 5,39 miliardi di euro (in crescita di ben 1,3 miliardi) allocati nel Bilancio del Ministero della Difesa e 2,89 miliardi complessivi (- 350 milioni rispetto allo scorso anno) in quello del Ministero per lo Sviluppo Economico, che comprendono tra gli altri fondi anche 105 milioni per gli interessi sui mutui accesi dallo Stato per conferire in anticipo alle aziende le cifre stanziate per specifici progetti d’arma pluriennale. Ciò porta dunque ad un nuovo record di fondi destinati all’acquisto di nuove armi che arrivano ad un totale di 8,27 miliardi, superiore di un miliardo (+13,8%) alla cifra complessiva del 2021 (che a sua volta costituiva un massimo storico) e con un salto del 73,6% negli ultimi tre anni (+3,512 miliardi rispetto ai 4,767 miliardi del 2019).

Questo ultimo dato è conseguente alla quantità elevata di nuovi programmi di riarmo che il Ministero della Difesa sta sottoponendo al Parlamento a ritmo serrato e che quindi saranno avviati il prossimo anno.