Julius Arthur Nieuwland (1878-1936), da molti conosciuto semplicemente come padre Nieuwland, è stato un prete e chimico americano di origine belga.
Il suo nome è legato soprattutto all'invenzione del campione fondamentale per l’invenzione del neoprene, la prima gomma sintetica ad essere commercializzata.
Nato in Belgio verso la fine del XIX secolo, la famiglia di Julius Arthur Nieuwland si trasferì negli Stati Uniti quando aveva due anni. Si laureò poi nel 1899 all'Università di Notre Dame in Indiana e fu ordinato sacerdote nel 1903. Successivamente studiò botanica e chimica alla Catholic University of America e conseguì il dottorato di ricerca nel 1904. Tornato a Notre Dame, diventò professore di botanica (inizialmente impegnò la sua ricerca proprio in questo campo) dal 1904 al 1918 e poi professore di chimica organica dal 1918 al 1936.
Padre Nieuwland e l’invenzione del neoprene
Veniamo a ciò che ha reso famoso il nome di Julius Arthur Nieuwland nella comunità scientifica: l’invenzione del polimero alla base della produzione del neoprene.
Nel 1920 Nieuwland scoprì che l'acetilene, l’idrocarburo su cui aveva incentrato le sue ricerche, poteva essere polimerizzato (le sue molecole combinate per formare molecole molto più grandi e complesse) per produrre divinilacetilene, una sostanza simile alla gomma.
Fu proprio grazie a questa sua intuizione che, undici anni dopo, un team di chimici che lavoravano sotto la guida di Wallace H. Carothers, sulla base della procedura di polimerizzazione di Nieuwland riuscì a produrre per la prima volta il neoprene.
Padre Nieuwland: un prete fuori dal comune
Chi ha conosciuto padre Julius Arthur Nieuwland ne parla come dotato di una personalità originale e a suo modo geniale.
Un esempio sono la serie di episodi sulla sua vita raccontati dal dottor Thomas Carney, che fu studente di padre Nieuwland ed ex-presidente del consiglio di fondazione della Notre Dame, in un articolo oggi consultabile sul sito dell’università.
Dai suoi racconti emerge la figura di uno studioso appassionato del suo lavoro e animato “dal desiderio di far capire le cose in modo corretto e chiaro”. Era, infatti, uno studioso molto scrupoloso che era solito inondare di domande i relatori delle presentazioni scientifiche a cui assisteva, anche fino a farli innervosire.
Padre Nieuwland, inoltre, cercava di testare in prima persona le applicazioni pratiche delle sue scoperte. Una volta, ad esempio, si servì dei primi campioni di divinilacetilene per impermeabilizzare i banchi da lavoro, salvo scoprire più avanti che la sostanza era altamente esplosiva.
Per concludere citiamo un brano, estratto dal racconto di Carney, che certifica la natura eclettica dello scienziato e sacerdote e che riguarda il modo originale con cui padre Nieuwland era solito smaltire alcuni rifiuti del laboratorio:
A quei tempi lo smaltimento dei rifiuti non era problematico come oggi. Le soluzioni potevano essere “informali” e in alcuni casi inusuali. Uno dei residui del lavoro di padre Nieuwland era un polimero altamente esplosivo. Il prodotto non poteva essere versato facilmente nello scarico e non poteva essere smaltito con gli altri rifiuti. Padre Nieuwland risolse il problema molto semplicemente mettendo periodicamente i contenitori di polimero sul retro dei laboratori e poi sparandogli con un fucile calibro 22. L'origine di queste periodiche esplosioni in miniatura era un segreto strettamente custodito.
Se ti è piaciuto l'articolo condividilo su Facebook e Twitter, sostieni Documentazione.info. Conosci il nostro servizio di Whatsapp e Telegram?