Novità in tema di trapianti di organo

di Pierandrea Vinci, 4 dicembre 2012

Uno degli ambiti di continuo e rapido progresso è rappresentato dall’intervento della scienza e delle tecniche chirurgiche nel campo dei trapianti: in particolare negli ultimi trent’anni sono stati eseguiti trapianti di organi importanti come ad esempio il cuore, il rene, il fegato.

Una nuova legge, approvata nel settembre 2012*, ha aperto la possibilità di donare da viventi parti di polmone, pancreas o intestino, estendendo quella già ammessa di rene e fegato. Viene così data nuova speranza a tutti i bambini affetti da fibrosi cistica, a quelli con diabete di tipo 1 e a tutti quei pazienti che necessitano di un trapianto di intestino.

In questi ultimi anni si è aperta anche la via a trapianti eterologhi. La sperimentazione sugli animali (xenotrapianto) è risultata un passaggio importante al fine di ricavarne tecniche utili all’uomo. Lo xenotrapianto, può essere considerato come una grande sfida scientifica, una realistica opzione terapeutica, ad un progetto in linea di principio eticamente lecito, fatti salvi i diritti dell’individuo e della comunità alla tutela della salute con uguale possibilità d’accesso alla terapia.

Come in un qualsiasi altro campo biomedico della ricerca, lo sviluppo degli xenotrapianti è stato caratterizzato da fasi alterne di rapido avanzamento e lento progresso. Ad esempio lo xenotrapianto di organi solidi aspetta nuovi sviluppi per muoversi attraverso modelli animali come i maiali e le scimmie, mentre negli ultimi anni è stato dimostrato un maggior sviluppo dello xenotrapianto di cellule, per esempio nel sistema nervoso, con raggiungimento di risultati clinici interessanti permettendo ulteriori sviluppi farmacologici. Altri studi hanno coinvolto il trapianto di cellule pancreatiche porcine e sono già entrati nella fase clinica, dimostrando un modesto miglioramento della condizione di diabete e mantenendo una sicurezza nella procedura. Esiste anche un problema etico legato all’utilizzo degli animali.

È necessario fare una distinzione tra i trapianti “salva vita”, come quelli di fegato, cuore e polmoni che sono determinanti per la sopravvivenza del paziente da quelli con finalità diverse volte al miglioramento della qualità di vita come quelli della mano e di lineamenti del volto. Dal punto di vista etico ci sono molte riserve ad intervenire su parti del corpo che rappresentano l’identità e l’unicità della persona

Sono inoltre da considerare tutti gli eventi che intervengono dopo il trapianto e lo studio approfondito eseguito per valutare i vari gruppi di antigeni tissutali coinvolti nelle reazioni di rigetto. Ciò che ha consentito un progresso in questo campo è dovuto al fatto di poter disporre di farmaci più efficaci per combattere il fenomeno del rigetto come ad esempio le terapie con immunosoppressori come le ciclosporine.

Per quanto riguarda il problema etico dei trapianti il primo passo è la difesa della vita del donatore e del ricevente. Il trapianto è lecito, se il donatore che è vivente non subirà un danno importante o irreparabile per la propria vita. La morale cattolica che all’inizio dell’introduzione dei trapianti era piuttosto cauta nell’accettazione degli stessi, è andata progressivamente ampliando la propria visione, tenendo sempre presente che la vita del paziente è sacra e non può essere sottoposta ad un trattamento invasivo se non ci siano fondate speranze di un prolungamento della vita. Vengono quindi condannati moralmente tutti gli interventi avventurosi e sperimentali, e quelli che ledono l’integrità etica e morale della persona.

Il criterio ritenuto valido è quello terapeutico che tiene presenti alcuni parametri clinici, come l’urgenza, la possibilità di riuscita, la previsione di attecchimento e la priorità della richiesta, perché bisogna comunque tener presente il principio della “non discriminazione”; tutta la popolazione ha gli stessi diritti.

Il consenso informato rappresenta un elemento imprescindibile; sia il donatore che il ricevente devono essere a conoscenza dei rischi, le conseguenze e le difficoltà comportati dalla procedura.

Il problema più delicato riguardo ai trapianti è quello dell’accertamento della morte nel trapianto da “cadavere”. Il tema della morte cerebrale ha portato ad un acceso dibattito nel campo scientifico ed etico. Le disposizioni riportate dalla legge italiana danno sufficienti garanzie dal punto di vista etico, in quanto viene definito lo stato di “morte clinica” come “morte encefalica”, quando cessano le funzioni vitali dipendenti dai centri interni dell’encefalo pur mantenendo con supporti tecnologici la respirazione artificiale e l’irrorazione degli organi.

Il trapianto, in alcuni casi, rappresenta una particolare connessione tra la vita e la morte, in quanto l’inevitabile morte di una persona porta la vita ad un’altra per lo spirito di carità e di fratellanza che contraddistingue la natura umana. Questo è diventato un problema fondamentale nei rapporti umani portando allo sviluppo di numerose riflessioni etiche e morali. A questo proposito Papa Benedetto XVI trattando il tema “Un dono per la vita, considerazioni sulla donazione di organi”** parla di una forma peculiare di testimonianza della carità. In un periodo come il nostro, spesso segnato da diverse forme di egoismo, diventa sempre più urgente comprendere quanto sia determinante per una corretta concezione della vita entrare nella logica della gratuità. Esiste, infatti, una responsabilità dell’amore e della carità che impegna a fare della propria vita un dono per gli altri, se si vuole veramente realizzare se stessi. La via maestra da seguire fino a quando la scienza giunga a scoprire eventuali forme nuove e più progredite di terapia, dovrà essere la formazione e la diffusione di una cultura della solidarietà che si apra a tutti e non escluda nessuno. Un’etica della donazione esige da parte di tutti l’impegno per investire ogni possibile sforzo nella formazione e nell’informazione, cosi da sensibilizzare sempre di più le coscienza verso una problematica che investe direttamente le vita di tante persone. Un altro problema tecnico peraltro fondamentale è rappresentato dalla conservazione degli organi destinati al trapianto e per questo si organizzano centri di informazione rapida e di trasporto sia a livello nazionale che internazionale. Non si possono dimenticare le associazioni che si occupano di donazione d’organo che rivestono grande importanza per la sopravvivenza e la salute di molti ammalati.

* Disegno di legge n. 3291 recante “Norme per consentire il trapianto parziale di polmone, pancreas e intestino tra persone viventi” – 12 settembre 2012

** Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai partecipanti al Congresso Internazionale sul tema: “Un dono per la vita considerazioni sulla donazione di organi” promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita – Venerdì 7 novembre 2008