NEET, Italia al primo posto

di Francesco D'Ugo e Tommaso Cardinale, 4 luglio 2018

La più alta concentrazione europea in percentuale di NEET si trova proprio in Italia. Questo è quanto emerge dall'ultimo report di Eurostat: "Young people Neither in Employment nor in Education and Training" (giovani che non lavorano, né studiano, né si formano).

In Italia un giovane su quattro né studia né lavora

Secondo il report, che fa riferimento ai dati del 2017, più di un giovane su quattro in Italia è un NEET, precisamente il 25,7% della fascia di popolazione compresa tra i 18 e i 24 anni. Sul podio della maggior percentuale dei NEET accompagnano l'Italia Cipro (22,7%) e la Grecia (21,4%). Croazia (20,2%), Romania (19,3%) e Bulgaria (18,6%).

I NEET provincia per provincia

Nel grafico qui sotto è possibile osservare la situazione NEET in tutte le province italiane. 

Si nota subito una netta differenza tra Nord e Sud: infatti sono Sicilia, Campania, Calabria e Puglia le regioni in cui si trova la maggior concentrazione di NEET. Qui circa tre ragazzi su dieci tra i 15 e 25 anni si trovano in questa condizione. 

Le province in testa sono Caltanissetta per la Sicilia (44,9%) e Crotone per la Calabria(44,7%) dove quasi un giovane su due non lavora e non si sta formando. Sono seguite da vicino da Caserta per la Campania (39,4%) e Foggia per la Puglia(39,1%).

Al Nord, invece, nonostante nessuna provincia abbia un tasso inferiore all’11,2% (Venezia), la situazione è meno grave. Tra le “prime della classe” troviamo Belluno e Treviso (entrambe 11,6%), Modena e Lecco (entrambe a 11,9%) 

NEET: la situazione in Europa 

In totale nell’Unione Europea, l’anno passato ha visto circa 5,5 milioni di giovani tra i 18 e i 24 anni (pari al 14,3%) non avere nessun tipo di impiego o seguire corsi di formazione. Ma in percentuale quanti sono i NEET nel resto d’Europa? Lo possiamo vedere in questo grafico.

 

I paesi in cui la percentuale è superiore al 15% sono la Spagna (17,1%), seguita da Francia (15,6%) e Slovacchia (15,3%). Mentre tra quelli piazzati a metà classifica troviamo Belgio (12,1%), Finlandia (12,9%), Portogallo (13%) e UK (13,2%).

Il "fanalino di coda” di questa classifica sono i Paesi Bassi dove si è registrata la percentuale più bassa di NEET del continente: 5,3%. Sopra di essi troviamo  Slovenia (8%), Austria (8,1%), Lussemburgo e Svezia (entrambi a 8,2%), Repubblica Ceca (8,3 %), Malta (8,5%), Germania (8,6%) e Danimarca (9,2%).

Rapporto tra NEET e lavoro in nero 

Secondo un recente rapporto del Censis (di cui riportiamo il comunicato stampa) i lavoratori in nero in Italia sono 3,3 milioni. Pur non essendoci ancora nessuna correlazione ufficiale, è possibile ipotizzare che parte dei giovani NEET italiani rientri in questi numeri. 

Infatti secondo le stime dell’istituto di ricerca la maggior parte del lavoro sommerso si concentra oltre che nei servizi domestici o di assistenza alla persona (su 100 lavoratori nell’ambito 37 lavorano in nero) anche in diversi ambiti adatti alla fascia d’età considerata come bar e ristoranti (22,3%), piccoli esercizi commerciali (17,4%), agriturismi campeggi (17,3%). A questi si aggiunge anche una significativa percentuale nei lavori definiti ad “alto contenuto professionale” come l'intermediazione immobiliare (12,4%), i servizi di consulenza alle imprese (9,5%), i servizi informatici (8,8%) e di intermediazione finanziaria (8,8%).

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