Lo studio sui figli di coppie gay di Mark Regnerus è valido oppure no? In questo articolo non parleremo dello studio (potete trovarne una sintesi qui e qui) ma cercheremo di porre la parola fine sulla discussione circa la sua validità.
A proposito dell'affidamento e dall'adozione di bambini a coppie dello stesso sesso si è parlato moltissimo di alcuni studi. Uno, più degli altri, ha fatto discutere per via delle conclusioni a cui è arrivato. Parliamo di quello del prof. Regnerus dell’Università del Texas che ha dimostrato che i figli allevati dai genitori biologici – in una matrimonio stabile e integro – hanno vantaggi rispetto a quelli cresciuti da coppie dello stesso sesso (qui i risultati dello studio). Lo studio ha creato non poche polemiche e abbiamo deciso di ricostruirne la storia in breve.
Il sociologo, basandosi sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale (gli intervistati sono stati 2988, contro altri studi che avevano campioni di 50-60 persone) ha pubblicato uno studio intitolato “How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study” sulla rivista online Social Science Research, una rivista con un alto "impact factor" misurabile con questo link, con il quale, interrogando direttamente i ‘figli’ ormai cresciuti di genitori omosessuali, ha dimostrato un significativo aumento di problematiche psico-fisiche rispetto ai figli di coppie eterosessuali.
Lo studio ha ricevuto, già prima della pubblicazione formale, numerose critiche su alcuni quotidiani internazionali da parte di alcune fazioni come associazioni gay, militanti e anche scienziati, ma avendo superato la revisione anonima in peer-review lo studio può essere confutato soltanto attraverso una pubblicazione a sua volta pubblicata su una rivista scientifica di pari livello, confutazione finora mai arrivata. Alle normali critiche ricevute, come fa notare il sito UCCR, i due ricercatori –Mark Regnerus e Loren Marks- hanno puntualmente ed esaurientemente risposto (qui e qui), confermando che «i bambini sembrano più adatti ad avere una vita adulta con successo quando trascorrono la loro intera infanzia con i loropadri e madri biologici sposati e specialmente quando i loro genitori restano sposati anche dopo»
Poco prima della publicazione ufficiale (in attesa che ne venisse confermata la adeguatezza) l’ indagine di Regnerus ha trovato il sostegno di un gruppo di 24 scienziati e docenti universitari attraverso un comunicato pubblicato sul sito della Baylor University. In ogni caso, l’ Università del Texas ha comunque avviato una indagine interna per analizzare nuovamente lo studio di Regnerus, pubblicando un comunicato finale con il quale si rileva che “nessuna indagine formale può essere giustificata sulle accuse di cattiva condotta scientifica” e che “non ci sono prove sufficienti per giustificare un’ inchiesta”.
L’ indagine interna ha riconosciuto la legittimità del lavoro e la fedeltà al protocollo seguita dalla metodologia utilizzata. Occorre infine ricordare che, come accade in tutti gli studi scientifici, anche in quello di Regnerus esistono delle imprecisioni e lo stesso sociologo lo ha tranquillamente ammesso. Questa ammissione è stata divulgata come un riconoscimento da parte dello studioso dell’inattendibilità del suo lavoro, ma in realtà egli ha semplicemente affermato: “Io ho parlato di madri lesbiche e padri gay, quando in realtà, non conoscevo il loro orientamento sessuale, conoscevo solo il loro comportamento di relazione omosessuale. Ma per quanto riguarda gli stessi risultati, io li confermo”.
Come riporta sempre il sito UCCR, erano arrivate anche critiche serie, come è normale per ogni studio scientifico. Tuttavia, anche tra i polemici come il demografo Cynthia Osborne, si riconosce che «lo studio Regnerus è il più scientificamente rigoroso della maggior parte degli altri studi in questo settore». Allo stesso modo, il sociologo della Pennsylvania State University Paul Amato,scrive che «è probabilmente il meglio che possiamo sperare, almeno nel prossimo futuro». Walter Schumm, docente di “Family Studies and Human Services” presso la Kansas State University ha commentato: «Una cosa è certa: questo studio rappresenta un serio tentativo di ottenere informazioni obiettive che raramente sono state disponibili prima, e non deve essere liquidato semplicemente a causa del disagio che può provocare». Anche per uno dei più noti network scientifici, PhysOrg, lo studio «fornisce nuove e convincenti prove che numerose differenze di benessere, sociali ed emotive, esistono tra i giovani adulti cresciuti da donne lesbiche e coloro che sono cresciuti in una famiglia tradizionale».
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