Dignitas è una famosa associazione svizzera che si occupa di “accompagnamento alla morte volontaria”, pratica nota ai più come suicidio assistito o eutanasia. Nel loro opuscolo informativo vengono evidenziate le finalità dell’associazione, la storia, e le implicazioni legali per chi si iscrive all’associazione.
Un capitolo di questo opuscolo informativo è dedicato alla “questione religiosa”. In queste righe si cerca di evidenziare un ipotetico paradosso tra il magistero della Chiesa Cattolica, il pensiero di San Tommaso Moro e la produzione teologica di Hans Küng. Nessun riferimento ad altre religioni, ma solo a quella cattolica.
Secondo Dignitas, una “guida del Vaticano per i politici cattolici”, dove è scritto che “ci si deve impegnare in difesa della vita dal suo concepimento fino alla sua fine naturale” sarebbe in contrasto con un libro di san Tommaso Moro, favorevole, secondo loro, al suicidio assistito.
La guida in questione è probabilmente la Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, e il passaggio a cui si accenna è il seguente:
Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona. È questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (da non confondersi con la rinuncia all’accanimento terapeutico, la quale è, anche moralmente, legittima), che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale.
Un’opera di finzione non è sullo stesso piano del magistero
Poiché il documento del Vaticano inizia sotto la protezione di san Tommaso Moro, gli autori dell’opuscolo sostengono che ci sia un conflitto tra il diritto primario alla vita fino al suo termine naturale e quanto scritto nel romanzo di finzione del santo "Utopia":
Chi si lascia convincere da queste argomentazioni, rifiuta liberamente il cibo e si lascia morire oppure gli si dà un sonnifero che lo congeda dalla vita senza che se ne accorga
Trattandosi di un romanzo, prima ancora di entrare nel merito della questione, non ha nessun senso paragonare una nota della congregazione per la dottrina della fede con un’opera di fantasia, seppur firmata da un santo della Chiesa Cattolica.
Effettivamente nel libro Utopia si potrebbe leggere una qualche apertura a una forma di suicidio assistito, ma stiamo parlando di un romanzo ispirato alla Repubblica di Platone e che illustra una società fittizia, nella quale le nascite sono regolate (un certo numero obbligatorio di figli per donna) e dove agli atei è preclusa di partecipare alla vita politica della comunità. Tutte cose che in maniera evidente sono lontane da magistero della Chiesa. Ecco altri passi del romanzo di Tommaso Moro che sono evidentemente i contrasto con la dottrina cattolica:
Vietasi che niuna famiglia (perchè in ogni città ne sono seimila, non contando il senato) abbia meno di dieci più che sedici fanciulli, poiché negli adulti non si può tener misura.
A chi tiene tale opinione non danno onore alcuno (che l’anima muoia con il corpo), nè magistratura; cosi è lasciato da parte, come uomo inetto e da poco.
Come se oggi un cattolico scrivesse un libro fantasy nella quale si parla di una società in cui si pratica la poligamia, e questo scritto fosse utilizzato tra 400 anni per dire che la Chiesa in realtà è a favore della poligamia.
Per fare un esempio più concreto: se Tolkien venisse canonizzato tra qualche anno, non per questo Il signore degli Anelli diventerebbe parte integrante del magistero della Chiesa Cattolica.
Inoltre bisogna considerare che Tommaso Moro non è stato canonizzato per quello che ha scritto, ma per il fatto che è morto martire.
Hans Küng
Per corroborare la tesi, infondata, che nella dottrina cattolica ci sia spazio per il suicidio assistito, oltre a un romanzo di finzione gli autori dell’opuscolo si servono dell’autorità del teologo tedesco Hans Küng. È però sufficiente visitare la pagina di Wikipedia dedicata al teologo per rendersi conto che si tratta di un personaggio quantomeno controverso per alcune sue posizioni sostenute lungo i decenni di insegnamento e predicazione.
Anche volendolo trattare come una “fonte cattolica” autorevole ed espressamente a favore dell’eutanasia (cosa che non viene dimostrata nell’opuscolo), la sua sarebbe una sola voce, unica, in un mare di magistero e dichiarazioni di papi, vescovi, sacerdoti e laici in un senso contrario al suicidio assistito.
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