L’accesso alle cure palliative riduce le richieste di eutanasia

di Redazione, 17 settembre 2024

Nei paesi in cui vengono messe in pratica le cure palliative, le richieste di eutanasia diminuiscono fino a dieci volte. Questo è uno degli esiti dello studio Data and Trends in Assisted Suicide and Euthanasia, pubblicato su Population and Development Review.

Lo studio ha coinvolto tredici paesi occidentali, di cui otto europei, in cui l’eutanasia è legale. Nello studio viene rilevato come in vari sondaggi sul tema dell’eutanasia ci sia un diffuso desiderio che questa sia permessa e legalizzata, ma non per esercitare un diritto individuale e non condizionato.

Nei paesi in cui l’eutanasia è considerata come un esercizio della libertà assoluta del singolo (Olanda, Belgio, Svizzera e Canada), si arriva anche al 5% di morti tra le cause del decesso non improvvise. Nei paesi in cui il ricorso all’eutanasia è subordinato al presentarsi di alcune condizioni come dolori inestinguibili, il ricorso all’eutanasia è 10 volte inferiore.

Le differenze tra suicidio assistito e suicidio “non assistito”

Lo studio mostra che le motivazioni che stanno dietro alla pratica del suicidio assistito sono totalmente diverse da quelle del “non assistito”. L’eutanasia è richiesta con numeri simili tra uomini e donne, mentre il suicidio riguarda un numero di uomini superiore di tre volte alle donne. Il suicidio assistito, l’eutanasia, viene collegato soprattutto al desiderio di non essere un peso per la famiglia e gli amici, come indicano il 36% dei 10.000 canadesi chehanno scelto l'eutanasia nel 2021.

La via delle cure palliative

La ricerca dimostra che la diffusione dell’eutanasia diminuisce nei casi in cui è disponibile un percorso di cure palliative capace di ridurre o addirittura eliminare il dolore cronico. Sotto questo aspetto le cure palliative possono essere interessanti per tutti coloro che non considerano l’eutanasia un diritto personale assoluto, ma è sicuramente una via più complessa che prevede un'intensae prolungata interazione tra il paziente, i suoi familiari e il personale sanitario. Lo studio rileva come, alla luce di questo, il suicidio assistito rischia di diventare una scorciatoia rispetto a un accompagnamento verso il fine vita più sofisticato e complesso.

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