
I musulmani sono in guerra contro i cristiani? Ci troviamo nel cuore di un conflitto tra religioni su scala mondiale? Prima di entrare nel dettaglio della questione, è bene leggere alcuni dati che evidenziano come non ci sia in atto una guerra di religione. Partendo dagli attentati di Pasqua in Sri Lanka, Roberto Rapaccini su “L’Azione” ha analizzato i numeri che dimostrano come il conflitto violento per motivi religiosi sia un fenomeno dalle misure molto ridotte rispetto al terrorismo di natura più generalmente politica.
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Le indagini iniziali sui recenti attentati del giorno di Pasqua in Sri Lanka hanno evidenziato che il gruppo islamico radicale responsabile avrebbe agito per rappresaglia contro i crimini di stampo islamofobo consumati in Nuova Zelanda nel marzo scorso.
L’ipotizzata connessione ha alimentato la convinzione che sia in atto una guerra di religione: tuttavia un esame dei dati statistici contraddice questa congettura. Secondo il National Consortium for the Study of Terrorism and Responses to Terrorism (START - Università del Maryland) dal 1970 al 2017 gli attacchi contro i luoghi di culto sono stati meno del 2% di tutte le iniziative terroristiche nel mondo. Se consideriamo anche le azioni contro altri obiettivi religiosi, la percentuale si eleva di un solo punto avvicinandosi al 3%. Si deve altresì rilevare che in tempi recenti, in particolare tra il 2012 e 2018, la statistica ha subito un brusco incremento soprattutto a causa dell’uccisione di 311 fedeli sufi all’interno di una moschea nel 2017.
Complessivamente, le aggressioni terroristiche a beni privati sarebbero invece il 24%, agli obiettivi militari il 15,4%, a pertinenze di polizia il 13,5%, a siti governativi o istituzionali l’11,4%. Questi dati si riferiscono a modelli globali, e quindi si discostano dalle varianti regionali di cui sono una media.
Va anche considerato che alcune ostilità contro obiettivi musulmani sono stati commessi da frange islamiste violente. Pur non ridimensionando la gravità dei delitti perpetrati per motivi confessionali, dalle articolate statistiche elaborate dal predetto osservatorio universitario statunitense emerge uno scenario che sembra contraddire che la violenza terroristica di questo inizio secolo sia il corollario di una guerra di religione, in particolare fra l’occidente cristiano e fondamentalismo violento islamista.
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