"Noi firmatari chiediamo alle istanze delle Nazioni Unite […] di aprire una procedura volta a raccomandare il divieto della pratica della maternità surrogata in quanto incompatibile con il rispetto dei diritti umani e della dignità delle donne".
Con questo appello si apre il documento redatto dalle femministe di “Se non ora quando – Libere” che chiedono all’ONU una moratoria mondiale della pratica dell’utero in affitto. Non è la prima volta che le femministe, italiane ed europee, si dichiarano fortemente contrarie alla compravendita di esseri umani. Già nel 2015 una coalizione di associazioni di tutta Europa aveva redatto un testo in cui si facevano notare tutti i limiti di questa pratica e in che modo danneggia fortemente la dignità e la libertà delle donne.
Questa volta, riunite a Montecitorio, erano presenti all’incontro, dal titolo “Maternità al bivio: dalla libera scelta alla surrogata. Una sfida mondiale”, la deputata PD Fabrizia Giuliani, Francesca Izzo e Cristina Comencini (di Snoq - Libere) - la vicepresidente del Parlamento francese, la socialista Laurence Dumont, che l’anno scorso ha ospitato a Parigi l’assise per l’abolizione della maternità surrogata. E poi l’attivista Sylviaine Agacinski, moglie dell’ex premier francese Lionel Jospin, presidente del CoRP (collettivo per il rispetto della persona), che ha tenuto un intervento dal titolo “Une question de civilisation”(una questione di civiltà), la svedese Stephanie Thögersen, la scrittrice Susanna Tamaro, l’europarlamentare Silvia Costa, le deputate Mara Carfagna, Eleonora Cimbro, Milena Santerini, Elena Centemero, Maria Elena Spadoni, le ministre Anna Finocchiaro (Pd) e Beatrice Lorenzin (Ncd).
Vediamo quali sono i punti critici messi in evidenza dalle femministe che si sono riunite a Roma:
Gli esseri umani non possono essere oggetto di scambio
L’architettura dei diritti umani messi in piedi dall’Onu stabilisce infatti la difesa della dignità umana che esclude, sia a livello nazionale che nelle relazioni internazionali, «la legittimità di ogni pratica di scambio, commerciale o altruista, con oggetto l’essere umano». E’ importante notare che gli esseri umani non possono essere scambiati neanche per fini altruistici.
La libertà delle donne
La scienza medica ha stabilito che esistono legami fortissimi tra gestante e nascituro, e la surrogata li nega, anzi li cancella. La «gestante per altri» perde ogni diritto sul suo corpo, sulle decisioni che riguardano la sua salute (si pensi a una eventuale interruzione di gravidanza imposta dai committenti del bambino) e infine sul figlio stesso.
E’ un mercato che sfrutta la povertà
Il mercato dell’utero in affitto («non una tecnica di riproduzione bensì una pratica sociale») è stimato a diversi miliardi di dollari per anno e presuppone una disuguaglianza di reddito tra committenti e madre portatrice: in Asia sono le donne più povere, negli Usa quelle della classe media a basso reddito.
I diritti dei bambini
Contrari a questa pratica abbiamo anche: la Convenzione delle Nazioni Unite sulla schiavitù, la Convenzione dei diritti del bambino, che mira a evitare che i piccoli siano separati dai genitori, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che stabilisce che il corpo umano e le sue parti no devono essere fonte di profitto oltre a numerosi altri protocolli internazionali che vengono citati dal documento di Se non ora quando-Libere. Infine ci sono le recenti prese di posizione contrarie del Parlamento europeo