Servono più figli

3 luglio 2013

Qualche giorno fa sul Telegraph è stata pubblicata un’interessante recensione del libro Money Runs Out dell’economista Stephen D. King. La tesi di fondo del libro è che l’Europa è diventata un affare fallimentare a causa del calo demografico. I cosiddetti baby boomers, sostiene King, nell’erronea convinzione che il problema fondamentale sia sempre stato quello della sovrappopolazione, hanno smesso di fare figli ma hanno continuato a spendere e a fare debiti. Il calcolo economico, secondo l’autore, è semplice: se spendi e fai debiti ma non fai in modo che quelli che pagheranno il conto siano più numerosi, lasci loro in eredità un fardello insostenibile.

È esattamente ciò che sta accedendo in Europa dove l’idea dei rischi della sovrappopolazione si è cristallizzata aldilà della sua reale consistenza e ha generato una cultura antidemografica: si pensi all’eutanasia, ai contraccettivi, all’omosessualità. In altre zone del mondo invece, dove questa cultura non è permeata e si fanno più figli, si assiste a un continuo processo di sviluppo.

Quello del calo demografico è un problema grave in Europa. Un recente articolo del Washington Post si è occupato del Portogallo, che negli ultimi 4 anni ha subito un calo delle nascite del 14%. Un trend che è costante in tutti i paesi europei fin dagli anni ’60. Secondo le proiezioni degli economisti, in Portogallo nel 2030 il 27,4% della popolazione sarà in pensione, con più di un cittadino su 4 over 65.

Il Portogallo è solo il capofila di diversi altri paesi. Ad esempio in Germania il calo demografico porterà nel 2025 a un buco di 6 milioni di lavoratori con conseguente squilibrio per il benessere del paese, lo ha rivelato recentemente il rapporto “Strategia demografica” del governo. 

Anche in Spagna la situazione è difficile. L’Ine, l’Istituto nazionale statistico spagnolo, ha registrato recentemente un calo della popolazione dello 0.48% dovuto alla uscita di stranieri dal Paese a causa della crisi.Un calo non colmabile con le nascite al netto dei decessi. Infatti, sempre secondo i dati Ine il numero degli stranieri è sceso di 216.125 persone, (3,8%) mentre quello degli spagnoli è salito di 10.337 persone (0,02% della popolazione).

In Italia la situazione non è migliore. L’Istat ha recentemente aggiornato i dati della popolazione al 2012. Il “saldo naturale” cioè la differenza tra il numero dei nati ed il numero dei morti ha segno negativo: - 78.695 persone.

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