Papa Francesco sulla sovrappopolazione: il problema non è la vita umana, ma l'egoismo

di Sara Maddaloni, 26 agosto 2024

Nonostante si parli spesso di sovrappopolazione, il calo delle nascite a livello globale è un fenomeno in crescita.

Ne è un esempio l'Italia dove, come riportano i dati ISTATnel 2022 il tasso di fertilità è sceso da 1,24 a 1,20 figli per donna, ben al di sotto del tasso di 2,1 necessario per una popolazione stabile.


Papa Francesco attribuisce grande importanza al tema della famiglia e della fertilità, come ha ribadito lo scorso 10 maggio agli Stati Generali sulla Natalità, un convegno annuale dal titolo "Esserci: più giovani, più futuro", sponsorizzato dal governo italiano per invertire la caduta della fertilità del Paese. 

In tale occasione, rivolgendosi ai giovani, ha affermato: 
 

So che per molti di voi il futuro può apparire inquietante, e che tra denatalità, guerre, pandemie e mutamenti climatici non è facile mantenere viva la speranza. Ma non arrendetevi, abbiate fiducia. 

Commentando gli studi che mettono in guardia dalla sovrappopolazione, ha poi aggiunto:
 

In passato, non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. 

A detta del pontefice, alla base dell’inquinamento, della fame nel mondo e dei danni ambientali non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo. 

 

Il problema non è quanti siamo al mondo, ma che tipo di mondo stiamo costruendo. A livello istituzionale, c'è un bisogno urgente di politiche efficaci e di scelte coraggiose, concrete e di lungo periodo per seminare oggi affinché i bambini possano raccogliere domani. È necessario un impegno maggiore da parte di tutti i governi, affinché le giovani generazioni siano messe in condizione di realizzare i loro sogni legittimi. 

In conclusione, per dare ai più giovani una speranza per il domani, è necessario promuovere, a livello sociale, “una cultura della generosità e della solidarietà intergenerazionale, per rivedere abitudini e stili di vita, rinunciando a ciò che è superfluo”. 

 

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