In Norvegia, uno dei paesi avanzati del nord Europa, si sta rivalutando il matrimonio. Un interessante articolo di Mercatornet racconta che il ministro dell’educazione, di fronte al tasso di divorzio arrivato ad un preoccupante 40% ha proposto ai coniugi di riscoprire l’importanza di appuntamenti romantici (“date nights”) per ridare vitalità ai rapporti.
Nello stesso articolo viene riportata un’interessante ricerca che riguarda un paese confinante, la Svezia, in cui si rileva che negli ultimi 40 anni il crescere di forme alternative al matrimonio non abbia affatto diminuito i disagi dovuti al divorzio. Alcuni studiosi hanno confrontato due sondaggi sulla qualità di vita degli svedesi: uno svolto nel 1968 l’altro nel 2000. Comparando i risultati si sono resi conto che gli intervistati nel '68 erano 4 volte meno esposti all’esperienza di un divorzio (5%) rispetto al 21% degli intervistati nel 2000. Allo stesso tempo solo un quarto degli intervistati nel ’68 dichiarava di vivere un disagio psicologico dovuto al divorzio, mentre tra quelli del 2000 è stata quasi la metà (45%). I due studiosi di fronte a questa comparazione hanno dovuto rivedere l’idea – spesso condivisa ma non suffragata da dati - secondo cui le forme familiari alternative prevengano nella società i rischi dovuti alle rotture matrimoniali.
Nella stessa linea alcune notizie arrivano dall’Italia. Sul Corriere si è parlato qualche tempo fa di corsi prematrimoniali tenuti da psicologi ed altri esperti per favorire la comunicazione, imparare a gestire i conflitti e a coltivare una felice convivenza tra coniugi. Sembra proprio che dopo 40 anni dalla legge sul divorzio ci si stia finalmente rendendo conto che bisogna intervenire prima per costruire matrimoni sani e non solo correre ai ripari quando le cose vanno male.
D’altronde come avevamo già visto in un articolo di qualche tempo fa quella delle rotture matrimoniali è una vera e propria emergenza, in Italia ad esempio stando agli ultimi dati Istat i tassi di separazione e di divorzio sono in continua crescita. Nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 si arriva a 311 separazioni e 182 divorzi. Tenendo presente che Il 72% delle separazioni e il 62,7% dei divorzi riguardano coppie con figli avuti durante il matrimonio.
Il grafico qui sotto rappresenta con chiarezza la situazione.