
Di che cosa si parla quando si parla di caccia alle streghe? Nel libro “Ingannatori, Malefici e Sapienti”, di Lucia Graziano, curatrice del blog “Una penna spuntata”, vengono raccontate e analizzate, con ampia bibliografia, ventuno storie vere di processi a persone molto diverse tra loro, che hanno vissuto in zone e momenti storici differenti, ma che condividono lo stesso capo d’imputazione: la stregoneria.
La caccia alle streghe nasce come fenomeno interno alla Chiesa
Uno dei primi elementi chiari che emerge dal volume di Lucia Graziano è che ci sono stati diversi tipi di caccia alle streghe, e che il primissimo tipo di caccia alle streghe documentato è un fenomeno interno alla Chiesa. Si tratta di chierici, sacerdoti o frati che studiano volumi che riguardano il dialogo con il diavolo per ottenere alcuni benefici. La cosa interessante è che non vengono processati per aver provato a parlare con il diavolo al fine di ottenere benefici, ma perché viene dimostrato, davanti a un tribunale di esperti, che è improbabile poter governare il diavolo e ordinarlo a un fine buono.
Emerge quindi chiaramente come la prima caccia alle streghe sia in realtà caccia a dei preti che hanno studiato sui libri sbagliati di magia o Ars Notoria, pratica largamente accettata nella Chiesa almeno fino al tredicesimo secolo, come viene spiegato nel libro:
Lo studio della magia era stato fortemente rivalutato grazie alla rinascita intellettuale del XII secolo, che aveva generato in molti studiosi un rinnovato interesse per la filosofia araba. Nella cultura islamica dell’epoca, l’astrologia era considerata una scienza a tutti gli effetti [...] i testi di magia che sedussero i chierici medievali erano in maggioranza di origine araba, coloriti di elementi retorici e teologici provenienti dalla cultura araba occidentale.
La caccia alle streghe moderna e il grande inverno in Europa
Un altro elemento molto interessante e sostenuto da ampia bibliografia è la spiegazione della caccia alle streghe moderna (dal quindicesimo secolo in poi) come un fenomeno indirettamente collegato alla Piccola Era Glaciale europea, che ha avuto luogo tra la metà del XIV secolo fino alla metà del XIX secolo. Molti processi a streghe sono collegati con le accuse di aver causato maltempo, la morte di bestiame o altri fenomeni naturali che possono causare grossi disagi in piccoli centri abitati tra il medioevo e l’era moderna:
Analizzando i processi per stregoneria celebrati in concomitanza con le annate più sfortunate, si nota marcata la percezione popolare circa l’esistenza di un clima innaturale [...]. Agli occhi degli uomini del tempo, era innaturale quel clima che deviava dalle norme conosciute.
Alcuni elementi comuni alla caccia alle streghe
Trattandosi di un fenomeno trasversale e che si articola in diversi secoli, è difficile trovare dei fattori comuni della caccia alle streghe. Nel volume “Ingannatori, Malefici e Sapienti” emerge che spesso le accuse di stregoneria servivano come mezzi per liberarsi di vicini scomodi e in piccoli villaggi in cui le accuse potevano circolare rapidamente e in poco tempo. Un altro elemento comune è che di solito l’accusa di stregoneria era semplicemente un’accusa di irreligiosità mascherata: personaggi considerati come “outsider” venivano portati a processo, ma spesso era sufficiente pentirsi per il proprio comportamento “deviante”, recitando una professione di fede, per essere scagionato. Infine è utile notare che si registrano processi alle streghe e agli stregoni spesso in centri sperduti e staccati dai grandi agglomerati urbani, nei quali di solito avevano luogo processi più equi e ragionevoli: è vero che a Roma c’è stato quello di Giordano Bruno, ma non si può non citare quello di Galileo Galilei, che fu trovato colpevole e condannato a pene irrisorie.
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I veri numeri della caccia alle streghe
Nel volume vengono anche dedicate alcune pagine a ridimensionare i numeri della caccia alle streghe, che di solito viene raccontato sul web o in alcuni media come un fenomeno unitario, che ha mietuto milioni di vittime in tutta Europa fino all’arrivo dell’Illuminismo.
In realtà, come abbiamo raccontato anche in questo articolo e come riportato nel volume “Ingannatori, Malefici e Sapienti”, il fenomeno della caccia alle streghe che ha avuto luogo tra la metà del quattrocento e la metà del settecento ha mietuto molte meno vittime di quello che si tende a immaginare. Ecco alcuni dati che si possono leggere tra le pagine 172 e 176 del volume.
Condannati a morte in Europa per stregoneria in trecento anni (1450 ca - 1750 ca)
Germania: 25.000 su sedici milioni di abitanti
Francia e Ducato di Savoia: 4500 su venti milioni di abitanti
Svizzera: 4.000 su un milione di abitanti
Polonia: 4.000 su tre milioni e mezzo di abitanti
Svezia: 3.000 su ottantamila abitanti
Italia: 2.500 su tredici milioni di abitanti
Austria: 1900 su due milioni di abitanti
Regno Unito: 1.500 su sette milioni di abitanti
Danimarca: 1000 su cinquecentomila abitanti
Ungheria: 1000 condannati su quattro milioni di abitanti
Norvegia: 350 su quarantamila abitanti
Regioni iberiche (Spagna, Portogallo): 300 su otto milioni di abitanti
Liechtenstein: 300 su tremila abitanti
Paesi Bassi: 200 su un milione e mezzo di abitanti
Finlandia: 100 su trecentocinquantamila abitanti
Totale: circa 60.000 vittime in trecento anni
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