Per la prima volta nella storia d’Italia i neonati sono meno degli ottantenni. Fatto che ci colloca all’ultima posizione della classifica europea relativa al rapporto tra neonati e popolazione sopra gli 80 anni. Questi numeri si possono leggere nel report Istat dal titolo “Natalità e fecondità della popolazione residente”.
Quanti sono i neonati in Italia
I neonati in Italia nel 2017 erano 458.151, si tratta il numero più basso dall’Unità d’Italia. Dal 2013 infatti, ogni anno, l’Italia raggiunge un record negativo riguardo la natalità. Solo 54 anni fa, nel 1965, i neonati erano più del doppio con una media di 2,7 figli per donna (oggi crollata a 1,3).
Gli anziani sopra gli 80 anni invece sono 482 mila, circa 24 mila in più rispetto ai neonati. Ad oggi, dunque, i neonati in Italia sono meno degli ottantenni: siamo il paese in Europa in cui questo rapporto è il più basso in assoluto, peggio anche di Grecia, Portogallo e Germania. Al contrario tra i paesi più virtuosi in questo senso troviamo l’Irlanda (al primo posto), la Gran Bretagna (quarto posto) e la Svezia (quinto).
Ma che cosa significa tutto questo? Andiamo ad analizzare quali possono essere le cause e le conseguenze della denatalità in Italia.
Le cause della denatalità in Italia
Le cause della denatalità nel nostro paese possono essere diverse: se da una parte le condizioni lavorative dei giovani sono precarie e tali da non facilitare la creazione di nuovi nuclei famigliari, allo stesso tempo il numero delle donne in età fertile è sempre minore e questo è dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione.
Inoltre nel 2017 il numero di matrimoni era ai minimi storici e così (i due fenomeni sono sempre stati collegati in Italia) anche il numero di primi figli è diminuito del 25% tra il 2008 (283.922, pari al 49,2%) e il 2017 (214.267, pari al 46,8%).
Detto questo vediamo quali sono i danni che la denatalità può infliggere al nostro paese.
Le conseguenze della denatalità in Italia
Cosa succede quando non nascono più tanti figli? Non si sta semplicemente “meno stretti”, ma bisogna far fronte a diverse conseguenze: la principale, lo fa notare la Banca d’Italia, è quella di una decrescita economica che blocca lo sviluppo del paese.
Ciò avverrebbe, spiega Alessandro Rosina, docente di Demografia all'Università Cattolica di Milano sul sito Neodemos.info, perché la denatalità non significa semplicemente una diminuzione “in modo proporzionale a tutte le età”, ma porta soprattutto a un fenomeno di “erosione dal basso”, ovvero un fenomeno che vede la popolazione anziana aumentare sempre di più a discapito di quella più giovane, con evidenti ripercussioni sullo sviluppo economico del paese per via degli “squilibri generazionali” che si vengono a creare e ad allargare.
Relativamente a questo un altro dato è degno di nota: si prevede infatti che, di questo passo, la popolazione in età lavorativa in Europa sarà diminuita di 49,3 milioni (con le migrazioni) o di 64,9 milioni (senza le migrazioni) entro il 2035.
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