La Comunità europea ha avviato un’indagine per individuare le città con il più alto numero di ultrasettantenni rispetto alla popolazione. Risultato: tra le prime dieci, sette sono italiane. Al primo posto c’è Trieste (13,2% degli abitanti), seguono Bologna (13%), Firenze (12,3%), Nizza (11,8%), Genova (11,7%), Ancona (11%), Venezia (10,8%), Cremona (10,3%), Lisbona (10,3%), Barcellona (10,2%). Un record che ha sorpreso i ricercatori europei ma non turbato geriatri e demografi nostrani ormai centrati, nei loro studi, nell’analisi di un paese che, a tempi medio-lunghi, farà i conti con un popolo sempre più anziano. Perché il tasso di natalità è in perenne discesa. D’altronde, l’Italia è stato il primo Paese al mondo che ha sperimentato (è avvenuto nel 1997) una particolare condizione: quella di avere il numero degli ultrasessantenni superiore al numero dei ventenni.
L’indagine della Ue è stata oggetto di una lunga discussione a Cernobbio dove Ambrosetti-The European House ha presentato un megalavoro, “Meridiano sanità” (sostenuto da Pfizer) che, per oltre un anno ha analizzato le diverse emergenze del mondo della salute in Italia. Ci sono paesi campione, in particolare in Piemonte e in Liguria, nei quali la fascia oltre i 65 anni superano il 40% della popolazione (Albera Ligure in provincia di Alessandria), e arrivano fino al 50%, sempre nella stessa provincia, a Mongiardino. «In alcune aree - spiega Antonio Golini, ordinario di Demografia all’università La Sapienza di Roma - possiamo dire di essere arrivati ad un punto di non ritorno per invecchiamento e declino della popolazione. Prendiamo ad esempio Roccaforte Ligure, in Piemonte. Qui contiamo una percentuale di poco superiore al 3% nella fascia di età compresa tra zero e quattordici anni mentre per quella sopra i 65 ci assestiamo sopra il 47%». Attualmente, da noi, all’età di 60 anni sopravvive il 95% delle donne e il 90% degli uomini. Ma la natalità continua a restare a livelli molto, molto bassi. In termini assoluti questo implica che tra il 2004 e il 2050 il numero di persone pari o superiore ai 65 anni passerà da 11,39 milioni a 18,79 milioni. (…)
Giacomo Vaciago, ordinario di Politica economica all’università Cattolica di Milano, disegna un’Italia che, nel 2050 «avrà la fascia over 65 che peserà per circa il 34% della popolazione mentre oggi è del 20%». «Un Paese che rischia lo spopolamento, un Paese che potrebbe diventare non appetibile neppure per gli immigrati».