Fumare cannabis fa male. Tre diverse indagini (due americane e una europea) lo sostengono.
Il giornalista
La prima di queste, è stata pubblicata dal giornalista Alex Berenson nel suo Tell Your Children: The Truth about Marijuana, Mental Illness, and Violence. Berenson sostiene una serie di idee contro la legalizzazione della marijuana. Nella presentazione del suo libro, consultabile sul suo sito, espone alcune posizioni, poi maggiormente approfondite all'interno del libro. Eccone alcune:
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Il consumo di marijuana è collegato all'uso di oppiacei e cocaina. Dal 2008, gli Stati Uniti e il Canada hanno visto un'impennata dell'uso di marijuana e di oppiacei;
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Il THC, il principio attivo della marijuana, può causare episodi psicotici;
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La psicosi porta violenza, e la violenza legata alla cannabis si sta diffondendo. Nei quattro stati che hanno legalizzato per primi, gli omicidi sono aumentati del 25% dalla legalizzazione, anche più del recente aumento nazionale.
Lo studio americano
Sono diverse invece le evidenze, portate dall'ente National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine, che evidenziano tutti i possibili rischi del consumo, soprattutto se abituale, di cannabis. Con il suo studio intitolato The Health Effects of Cannabis and Cannabinoids. The Current State of Evidence and Recommendations for Research, esplora tutti gli effetti conosciuti della cannabis sul nostro organismo, presentando lo stato dell’arte sulle evidenze attualmente disponibili a riguardo.
Ecco alcune conclusioni:
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Il consumo di cannabis può aumentare il rischio di sviluppare schizofrenia e altre psicosi; maggiore è il consumo, maggiore è il rischio;
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Per gli individui con diagnosi di disturbi bipolari, l'uso quasi quotidiano di cannabis può essere collegato a sintomi di disturbo bipolare più gravi che per i non consumatori;
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I consumatori abituali di cannabis hanno aumentate probabilità di sviluppare pensieri di suicidio rispetto ai non consumatori;
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L'uso regolare di cannabis può aumentare il rischio di sviluppare un disturbo d'ansia sociale;
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Il consumo di cannabis compromette, entro 24 ore, le prestazioni nel campo dell'apprendimento, della memoria e dell'attenzione;
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L'uso di cannabis durante l'adolescenza è correlato, negli anni successivi, a prestazioni inferiori nello studio, con ripercussioni sull'occupazione e sul reddito, nonché nelle relazioni sociali.
Cannabis e psicosi
Infine, uno studio, dal titolo The contribution of cannabis use to variation in the incidence of psychotic disorder across Europe, condotto da 10 istituti europei (di cui due italiani) e uno brasiliano, ha osservato invece l’associazione tra disturbi psichiatrici e cannabis.
Tra il 2010 e il 2015, sono stati osservati 901 pazienti, in 11 luoghi diversi, al primo episodio di psicosi tra i 18 e i 64 anni. L'uso quotidiano di cannabis è stato associato ad un aumento di probabilità di disordine psicotico rispetto a chi non ne ha mai fatto uso. Le probabilità diventavano quasi cinque volte superiori per l'uso quotidiano di tipi di cannabis ad alto contenuto di THC . Mentre si è calcolato che se la cannabis ad alto contenuto di THC non fosse più disponibile, si potrebbe prevenire il 12,2% dei casi di primo episodio di psicosi in tutti gli 11 luoghi, arrivando fino al 30,3% a Londra e al 50,3% ad Amsterdam.