
Buone notizie per lo Yemen: è stato firmato il 13 dicembre 2018 l’accordo che sancisce il cessate il fuoco nella provincia di Hodeidah in Yemen. Dal 6 dicembre infatti si stanno svolgendo dei colloqui di pace in Svezia, per cercare una risoluzione al conflitto.
L’accordo vede coinvolti come parti in causa la fazione dei ribelli houthi e il governo yemenita che in quella regione si stanno combattendo da anni (trovate un riassunto della guerra civile in Yemen più in basso).
Il cessate il fuoco prevede il ritiro di tutte le truppe dalla città di Hodeidah, comprese anche le aree portuali. Stando a ciò che riporta The Guardian ciò permetterà, tra le altre cose, agli aiuti umanitari di raggiungere il paese più facilmente (ricordiamo che nello Yemen sta avvenendo una delle più gravi crisi umanitarie del momento).
Lo stesso giorno, negli Stati Uniti, è stata votata dal Senato una risoluzione che potrebbe decretare la fine dell’appoggio militare americano alla coalizione araba che attualmente sostiene le truppe governative. Ad ogni modo è necessario, perché diventi legge, che la risoluzione venga appoggiata dalla Camera dei Rappresentanti (al momento guidata dai Repubblicani) e successivamente superare il veto del Presidente Donald Trump.
Nonostante non si possa parlare ancora di una pace definitiva, si tratta comunque di buoni punti di partenza in vista dei prossimi incontri tra governo yemenita e ribelli, in programma per il prossimo gennaio.
Un rapporto Onu pubblicato il 28 agosto 2018 accusa le fazioni che da tre anni e mezzo si combattono nello Yemen di essersi rese protagoniste di gravi violazioni dei diritti umani con crimini di guerra di vario genere (tra gli altri: bombardamenti su civili, stupri, torture e reclutamento di minori). Ma cosa sta succedendo nello Yemen? Cerchiamo di spiegarvelo in breve.
Sul sito liveuamap è possibile seguire su di una mappa interattiva gli ultimi avvenimenti della guerra dello Yemen in tempo reale.

La guerra nello Yemen in breve
Come riporta il sito Le Nius radici della guerra nello Yemen sono da ricercarsi nelle primavere arabe, sotto la cui spinta il presidente Ali Abdullah Saleh si dimette dopo 34 anni di governo. A lui succede Abd Rabbo Mansur Hadi, vice di Saleh. L’instabilità in cui crolla il paese favorisce dunque il risvegliarsi di cellule terroristiche di Al-Qaeda e di ribelli sciiti Houthi.
Rimaste ingestite dal nuovo presidente le loro richieste , i ribelli decidono, nel settembre del 2014, di marciare in direzione della capitale Sanaa. L’azione militare – per lo più incontrastata dall’esercito regolare – si concretizzerà nel gennaio 2015 in un colpo di stato nei confronti di Hadi. I ribelli occupano così la capitale e la zona occidentale del paese.
Nel frattempo Hadi, rifugiatosi nel sud del paese, nomina la sua città natale Aden come nuova capitale del paese. Questo genererà una nuova offensiva ribelle (con l’appoggio dell’ex-presidente Saleh) nel marzo dello stesso anno. È qui che entra in gioco la coalizione araba capeggiata dall’Arabia Saudita, che schiererà nello stesso mese 150.000 uomini e 100 aerei per fronteggiare i ribelli.
Chi ha approfittato del caos è stata Al-Qaeda, che con l’occasione ha preso il controllo di molte città della zona centro-orientale del paese, come si può vedere in questa mappa fornita da Al-Jazeera.

Il bilancio della guerra nello Yemen
Dopo più di tre anni di guerra il bilancio delle vittime nello Yemen è di circa 10.000 morti (di cui 6.600 civili) e di 55.000 feriti in combattimento (di cui 10.563 sarebbero civili). A questi vanno poi aggiunte le perdite dovute a malattie (il colera ha ucciso ad oggi 1,1 milioni di persone) malnutrizione, infezioni e carenza di cure mediche. 22 milioni (su 30 totali di popolazione) di yemeniti hanno bisogno di aiuti umanitari, numeri che indicano come nello Yemen sia al momento in corso la più grande emergenza alimentare mondiale attuale.
Se ti è piaciuto l'articolo condividilo su Facebook e Twitter, sostieni Documentazione.info.