La popolazione giapponese sta diminuendo e invecchiando a ritmi sostenuti. Anche la popolazione in età da lavoro diminuisce ogni anno dell'1%. È quanto emerge dal report OECD TerritorialReviews: Japan 2016. Nel 2010 la popolazione era di 128 milioni, oggi si assesta sui 126 milioni e 800 mila circa. Proseguendo di questo passo non sarà possibile sostenere lo stile di vita giapponese, a meno che il paese non raggiunga livelli di produttività molto più alti rispetto agli scorsi decenni.
Quanto è anziana la popolazione del Giappone?
Tra il 1900 e il 2000 la popolazione giapponese è triplicata, raggiungendo i 126,9 milioni. Nel 1950 la popolazione sopra i 65 anni era inferiore al 5% della popolazione totale, mentre nel 2014 è arrivata al 26% (la più alta percentuale al mondo). Il numero di persone sopra gli 80 anni è aumentato dallo 0,44% del 1950 al 7,3% del 2011, mentre la media delle analisi OECD dello stesso anno era di 4,1%. Nel 2013 la media giapponese è di 45,9 anni, contro la media mondiale di 29.
Il futuro della popolazione del Giappone
Il governo giapponese ha anticipato che, secondo le proiezioni, la popolazione diminuirà del 23-24% tra il 2010 e il 2050. Il 60% delle zone abitate perderà più della metà della popolazione nel 2050, mentre il 19% resterà completamente disabitato. Nel 2060 la popolazione giapponese scenderà a 86 milioni di persone (dai 128 milioni del 2010), e nel secolo seguente potrebbe arrivare a 43 milioni.
Il Giappone non è l'unico paese in questa situazione: secondo le proiezioni curate da OECD, almeno sei paesi di quelli analizzati subiranno un calo di popolazione superiore al 10% rispetto ai dati migliori della metà del '900. Saranno invece 12 i paesi nei quali il rapporto tra popolazione anziana e popolazione giovane sarà sbilanciato verso la popolazione anziana del 50%.
Perchè il Giappone è il paese più anziano del mondo?
Questo è il quadro demografico attuale e le relative proiezioni. Ma perché sta succedendo questo al Giappone, e in misura solo lievemente minore all'Italia? In Giappone le politiche a favore della natalità sono praticamente inesistenti, mentre si investe per tutelare gli anziani: ad esempio sono previste agevolazioni per l'acquisto di pannoloni, ma non di pannolini. La cultura nipponica ha spostato l'attenzione dalle relazioni all'individuo, facendo diminuire l'interesse per il sesso nella popolazione maschile. Il tasso di immigrazione è tenuto dal governo volutamente basso: solo il 2% dei residenti possono avere un passaporto differente da quello giapponese. La differenza maggiore con l'Italia consiste proprio nell'apertura ai migranti, che nel nostro paese per un periodo hanno fatto più figli degli stessi italiani.
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