
Alcuni giorni fa diversi quotidiani hanno riportato la notizia del risveglio, dopo 4 anni di stato vegetativo, di una 68enne donna palermitana. Un evento raro –non impossibile come riporta la letteratura medica - a cui però sono seguite alcune polemiche. Nei racconti apparsi sui media alcuni articoli accennano che ai tempi dell’aneurisma - l’evento che ha portato la donna a versare in stato di coma - un anestesista avrebbe avanzato ai parenti una richiesta di consenso al prelievo degli organi.
Un’inesattezza piuttosto grave - frutto anche di un utilizzo improprio dei termini - che potrebbe indurre in chi legge forti dubbi su chi siano effettivamente le persone a cui vengono prelevati gli organi. Proviamo a fare chiarezza: «È solo in caso di morte cerebrale accertata che avviene - su richiesta di consenso esplicito - il prelievo. Una condizione ben diversa dal coma e stato vegetativo, situazioni in cui il prelievo degli organi non può in alcun modo avvenire» come ha anche spiegato Alessandro Nanni Costa, responsabile del Centro Nazionale Trapianti.
Proviamo quindi a spiegare meglio e in maniera semplice il significato dei termini:
CHE COS’E IL COMA? - Tecnicamente il coma è una condizione clinica che deriva da un’alterazione del regolare funzionamento del cervello. Lo stato di coscienza è compromesso. A questa situazione si arriva nella maggior parte dei casi in seguito a lesioni cerebrali spesso derivanti da incidenti stradali. Anche nei casi più gravi di coma le cellule cerebrali sono vive ed emettono un segnale rilevabile con elettroencefalogramma. Esistono diversi stadi di coma, un processo dinamico che può regredire o progredire e che dalla fase acuta può prolungarsi fino allo stato vegetativo.
EVOLUZIONE IN STATO VEGETATIVO - Passata la fase acuta, in cui lo stato di coscienza e compromesso, il coma può evolvere in stato vegetativo o di coscienza minima. Situazioni in cui l’individuo, pur non essendo in evidente stato di coscienza, non risponde agli stimoli esterni ma riesce ad aprire gli occhi spontaneamente, presenta un ciclo di sonno-veglia disorganizzato e alcuni riflessi fisiologici. Anche in questi casi le cellule cerebrali sono vive e mandano segnali elettrici facilmente rilevabili. Il paziente può respirare in modo autonomo, mantiene vivacità circolatoria, respiratoria e metabolica.
CHE COS’E’ LA MORTE CEREBRALE? - Coma e stati vegetativi non sono da confondere con morte cerebrale. Si tratta di eventi completamente differenti. «È solo in presenza di quest’ultima che è possibile procedere al prelievo degli organi» chiarisce l’esperto. Nella morte cerebrale il paziente perde in modo irreversibile la capacità di respirare e tutte le funzioni cerebrali. Le cellule del cervello non hanno più attività elettrica e quindi le funzioni di base (mantenimento temperatura corporea, pressione arteriosa, diuresi ecc…) sono irrimediabilmente compromesse. Questa condizione coincide con la morte della persona.