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Quanto spende l'italia nell'istruzione

di Francesco D'Ugo, 20 agosto 2019

Se rapportata al PIL dell’Italia, la spesa per l’istruzione nel nostro Paese è inferiore alla media degli altri paesi OCSE. Tra questi paesi europei, ma non solo: due nazioni come la Colombia e il Cile, sono ai primi posti di una classifica, contenuta nel rapporto “Uno Sguardo sull’Istruzione 2018” , che la stessa OCSE ha stilato sull’impegno di diversi paesi del mondo nel campo dell’istruzione. L'Italia, invece si piazza al trentunesimo posto, superiore solo a Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria, Lussemburgo, Irlanda e Russia.

La classifica è basata sul PIL e non tiene conto di fattori come l’età media della popolazione (in Italia tra le più alte del mondo) o della differenza tra istruzione pubblica e privata, ma rimane comunque un indicatore interessante da parte di una fonte autorevole. 

Prima le buone notizie

Dalla scheda relativa all’Italia, contenuta nel rapporto OCSE, non leggiamo solo cattive notizie. Due dati saltano all’occhio infatti: uno è che ogni regione del Paese ha raggiunto la piena scolarizzazione negli anni delle scuole dell’obbligo e l’altra riguarda l’adesione a programmi educativi tecnico-scientifici attualmente un livello sopra la media OCSE. 

La spesa dell’Italia nell’istruzione

Il livello di spesa per studente in Italia è inferiore alla media OCSE, anche se il divario è più limitato nella scuola primaria e aumenta con i livelli di istruzione. 

Al livello dell’istruzione terziaria, la spesa per studente è aumentata dell’1% nel 2015 rispetto al 2010: tale aumento è ascrivibile al fatto che, benché il livello della spesa sia diminuito del 7%, nello stesso periodo il numero di studenti è diminuito anch’esso dell’8%.

Nel 2015, anno di riferimento dei dati,  il livello di spesa per studente corrispondeva al 99% della media OCSE nell’istruzione primaria, al 95% nell’istruzione secondaria inferiore e all’89% nell’istruzione secondaria superiore. La spesa per studente era invece inferiore nell’istruzione terziaria (73% della media OCSE, o il 67%, escludendo le spese dedicate alla ricerca e allo sviluppo) e nelle scuole pre-primarie (74%).

Altri numeri 

Altri dati emergono dal rapporto, sempre relativamente all’Italia: le donne si laureano di più (33%) degli uomini (20%). Tuttavia, rimane ampio il divario nella retribuzione una volta finiti gli studi: il salario medio di una donna con lo stesso titolo di studio di uomo è pari al 75% di quello di un uomo.

Quanto all’ascensore sociale sembra rimanere fermo: appena il 19% dei figli di genitori senza istruzione secondaria superiore raggiunge un titolo di studio superiore a quello dei propri genitori.

Infine, l’Italia è il Paese OCSE con il corpo docenti più anziano: nel 2016,il 58% degli insegnanti aveva superato i 50 anni. Una situazione che però sta cambiando, grazie anche alle recenti nuove assunzioni.

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