È stato pubblicato recentemente il volume "Pius XII and the Holocaust. Current state of research” a cura dello Yad Vashem, il memoriale della Shoah di Gerusalemme. Si tratta degli atti di un workshop con studiosi di tutto il mondo che si tenne a porte chiuse in quella città nel 2009. Oggetto della ricerca è la figura di Papa Pacelli e il suo comportamento durante la persecuzione degli ebrei. Ne parla Vatican Insider. Un risultato immediato di questi studi è stata la sostituzione della didascalia dedicata a Pio XII nel memoriale dello Shoah, che adesso è molto più moderata. Ne aveva riferito lo scorso luglio il blog di Sandro Magister.
Vecchia didascalia | Nuova didascalia |
PIO XII E L’OLOCAUSTO La reazione di Pio XII all’uccisione degli ebrei durante l’Olocausto è una questione controversa. Nel 1933, quando era segretario di Stato vaticano, si attivò per ottenere un concordato con il regime tedesco per preservare i diritti della Chiesa in Germania, anche se ciò significò riconoscere il regime razzista nazista. Quando fu eletto papa nel 1939, accantonò una lettera contro il razzismo e l’antisemitismo preparata dal suo predecessore. Anche quando notizie sull’uccisione degli ebrei raggiunsero il Vaticano, il papa non protestò né verbalmente né per iscritto. Nel dicembre 1942, si astenne dal firmare la dichiarazione degli Alleati che condannava lo sterminio degli ebrei. Quando ebrei furono deportati da Roma ad Auschwitz, il papa non intervenne. Il papa mantenne una posizione neutrale per tutta la guerra, con l’eccezione degli appelli ai governanti di Ungheria e Slovacchia verso la fine. Il suo silenzio e la mancanza di linee guida costrinsero il clero d’Europa a decidere per proprio conto come reagire. |
IL VATICANO E L’OLOCAUSTO Il Vaticano sotto la guida di Pio XI, Achille Ratti, e rappresentato dal segretario di stato Eugenio Pacelli, firmò un concordato con la Germania nazista al fine di preservare i diritti della Chiesa cattolica in Germania. La reazione di Pio XII, Eugenio Pacelli, all’assassinio degli ebrei durante l’Olocausto è oggetto di controversia tra gli studiosi. Dall’inizio della seconda guerra mondiale il Vaticano mantenne una politica di neutralità. Il pontefice si astenne dal firmare la dichiarazione degli Alleati del 17 dicembre 1942 che condannava lo sterminio degli ebrei. Comunque, nel suo radiomessaggio natalizio del 24 dicembre 1942 egli fece riferimento alle “centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talvolta solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate a morte o a un progressivo deperimento”. Gli ebrei non erano esplicitamente menzionati. Quando gli ebrei furono deportati da Roma ad Auschwitz il pontefice non protestò pubblicamente. La Santa Sede si appellò separatamente ai governanti di Slovacchia e Ungheria in favore degli ebrei. I critici del papa sostengono che la sua decisione di astenersi dal condannare l’assassinio degli ebrei da parte della Germania nazista costituisca una mancanza morale: la mancanza di una chiara guida consentì a molti di collaborare con la Germania nazista rassicurati dall’opinione che ciò non era in contraddizione con gli insegnamenti morali della Chiesa. Ciò lasciò anche l’iniziativa del salvataggio degli ebrei a singoli preti e laici. I suoi difensori ritengono che questa neutralità evitò più dure misure contro il Vaticano e contro le istituzioni della Chiesa in tutta l’Europa, consentendo così che avesse luogo un considerevole numero di attività segrete di salvataggio a differenti livelli della Chiesa. Inoltre, essi indicano casi in cui il pontefice offrì incoraggiamento ad attività in cui gli ebrei furono salvati. Finché tutto il materiale rilevante non sarà disponibile agli studiosi, questo tema resterà aperto a ulteriori indagini. |
L'uscita di questo volume conferma un approccio scientifico e serio alla questione, al di là delle polemiche fondate su pregiudizi. A tal fine ampio risalto è stato dato alla ricostruzione storica sulle numerosissime istituzioni cattoliche italiane che aprirono le loro porte agli ebrei perseguitati. Molti cattolici sono presenti nel cd. Giardino dei giusti all'interno del Museo Yad Vashem: uno spazio dedicato a coloro che, spesso a rischio della propria vita, salvarono degli ebrei dallo sterminio.