La Chiesa Cattolica contro il nazismo e l’eutanasia

di Tommaso Cardinale, 30 marzo 2020

Quando si parla del rapporto tra Chiesa cattolica e nazismo qualcuno sostiene che la Chiesa abbia fatto poco, o addirittura si domanda “perché la Chiesa non ha condannato pubblicamente il nazismo”? 

In realtà più volte la Chiesa cattolica ha fatto sentire pubblicamente la propria voce per condannare il nazismo. Il caso più evidente è la lettera “Con viva preoccupazione” di Pio XI. Meno nota è forse l’opera di accusa pubblica del vescovo Clemens August Von Galen.

Il 3 agosto 1941, durante un’omelia, il vescovo si è scagliato molto esplicitamente e duramente contro le politiche eugenetiche naziste, e in particolare il progetto Aktion T4, il piano nazista di sterminio sistematico di persone malate: 

"Si giudica: Non possono più produrre, sono come una vecchia macchina, che non funziona più, come un vecchio cavallo diventato inguaribilmente zoppo. Sono come una mucca, che non dà più latte. Cosa si fa con una tale macchina? Viene demolita. Cosa si fa con un cavallo zoppo, con talaltra bestia improduttiva? No, non voglio portare a fine questo paragone, per quanto tremendi siano la sua giustificazione ed il suo potere illuminante. No, qui non si tratta di macchine, qui non si tratta di cavallo e di vacca, la cui unica destinazione è servire l'uomo, produrre beni per l'uomo. Possono essere fracassati, macellati, quando non rispondono più a questa destinazione. No, qui si tratta di esseri umani, nostri consimili, nostri fratelli e nostre sorelle. Poveri esseri malati e, se si vuole, anche improduttivi! Ma per questo non meritano di essere uccisi.

Hai tu, ho io il diritto alla vita soltanto finché noi siamo produttivi, finché siamo ritenuti produttivi da altri? Se si ammette il principio, ora applicato, che l'uomo «improduttivo» possa essere ucciso, allora guai a tutti noi, quando saremo vecchi e decrepiti! Se si possono uccidere esseri improduttivi, allora guai agli invalidi, i quali nel processo produttivo hanno impegnato le loro forze, le loro ossa sane, le hanno sacrificate e perdute! Se si possono eliminare con la violenza esseri improduttivi, allora guai ai nostri bravi soldati, che tornano in Patria gravemente mutilati, invalidi!

Se poi si arriverà ad ammettere che delle persone abbiano il diritto di uccidere dei consimili, 'non produttivi' - anche se ora sono colpiti soltanto poveri ed indifesi malati di mente - allora per principio sarà permesso l'assassinio di tutte le persone non produttive, e cioè dei malati incurabili, degli invalidi del lavoro e di guerra, e quindi anche l'assassinio di noi tutti, quando saremo vecchi e decrepiti, e non più produttivi, è per principio lecito. E allora è sufficiente che un qualsiasi decreto segreto ordini che il procedimento sperimentato con i malati di mente venga esteso ad altri «improduttivi», per essere applicato anche ai tisici incurabili, ai decrepiti, agli invalidi sul lavoro, ai soldati gravemente mutilati.

Allora nessuno è più sicuro della propria vita. Una qualunque Commissione lo può includere in una lista degli «improduttivi», che, secondo il loro parere, sono diventati «vite inutili». E nessuna polizia li proteggerà, e nessun Tribunale punirà il loro assassinio e condannerà l'assassino alla pena che si merita. Chi allora potrà avere ancora fiducia nel proprio medico? Può darsi che egli dichiari il malato come «improduttivo» e gli si ordini di ucciderlo. È inimmaginabile quale imbarbarimento dei costumi, quale generale diffidenza saranno portati entro le famiglie, se questa dottrina sarà tollerata, accettata e seguita. Guai agli uomini, guai al nostro popolo tedesco, se il sacro comandamento divino: «Non uccidere», che il Signore ha annunciato tra tuoni e lampi sul monte Sinai, che Iddio, nostro creatore, ha impresso sin dall'inizio nella coscienza degli uomini, non soltanto sia trasgredito, ma se tale trasgressione sia perfino tollerata ed impunemente messa in pratica".

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Questa omelia veniva pronunciata poche settimane dopo il 6 luglio del 1941, quando in tutte le chiese cattoliche della Germania era stata letta una lettera scritta da Von Galen, rivolta indirettamente al sabotaggio del progetto Aktion T4, il piano nazista di sterminio sistematico di persone malate. 

Non esiste una traduzione ufficiale di questa lettera in lingua tedesca della Chiesa contro l’eutanasia. Riportiamo alcune parti centrali di questa lettera, tradotta in italiano su Cathopedia.

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Se ci sforziamo per la conservazione del cristianesimo nel nostro popolo, allora garantiremo anche diritti individuali e dignità agli uomini tedeschi. 

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Ma ci sono anche gli obblighi sacri della coscienza da cui nessuno ci può esimere e i quali dobbiamo adempiere, anche a costo della nostra vita: mai in nessun caso l'uomo può bestemmiare Dio, mai può odiare i suoi consimili, mai può uccidere un innocente al di fuori della guerra e della legittima difesa, mai può commettere adulterio, mai può mentire.

Nel documentario “I medici del Reich”, disponibile gratuitamente su Rai Play, viene approfondita la politica eugenetica tedesca.

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