Cos’è il Nagorno-Karabakh e cosa sta succedendo tra Azerbaijan e Armenia

di Francesco D'Ugo, 16 ottobre 2020

Sono già diverse settimane che gli scontri e bombardamenti hanno investito il Nagorno-Karabakh, regione a maggioranza armena all'interno dei confini della Repubblica dell'Azerbaijan. Morti e feriti sono già centinaia e molte delle vittime si contano tra la popolazione civile

Non è ancora chiaro chi tra Armenia e Azerbaijan abbia dato inizio alle violenze, ma si può già dire che si tratta della peggior escalation nella zona negli ultimi 30 anni, dopo i due conflitti del 2011 e del 2016 e i due anni di guerra tra il 1992 e il 1994. 

Oltre alla violenza senza precedenti degli scontri, a preoccupare c'è anche il coinvolgimento della Turchia che, secondo diverse fonti, avrebbe inviato mercenari e droni a sostegno dell'esercito azero. L'ingresso più o meno ufficiale di una potenza del genere non solo allontana la risoluzione del conflitto, ma rischia anche di minare il fragile equilibrio con un'altra potenza mondiale, la Russia alleata invece dell’Armenia.

La genesi del conflitto tra Armenia e Azerbaijan

Ma come si è arrivati a questi scontri? I due paesi protagonisti di questo conflitto, Armenia e Azerbaijan si scontrano da almeno 30 anni. La contesa è nata subito dopo la caduta dell'Unione Sovietica quando il Nagorno-Karabakh si dichiarò indipendente dall’Azerbaijan. Questo fatto non fu accettato dal governo azero e le tensioni sfociarono in una guerra che tra il 1992 e il 1994 provocò circa 30.000 morti e migliaia di sfollati.

Alla fine di questo primo conflitto, le forze armene continuarono a controllare il territorio e il Nagorno-Karabakh rimase una repubblica de facto, la Repubblica di Artsakh, senza però essere riconosciuta né dall’Azerbaijan né dalla comunità internazionale. 

Ad oggi gli sforzi del gruppo diplomatico OSCE (Organization for Security and Co-operation in Europe) formato nel 1992 non sono bastati a trovare una soluzione pacifica. Infatti dal 1994 a oggi hanno continuato a susseguirsi conflitti di piccola e media entità tra i due paesi. A questi aggiungono anche tristi episodi di pulizia etnica, come il caso poco noto delle croci di Djulfa

La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che da una parte la Turchia, stato membro della NATO, sostiene apertamente l'Azerbaijan sin dalla sua indipendenza dall’URSS nel 1991 e non intrattiene nessuna relazione con l'Armenia (come segno di sostegno verso l'Azerbaijan nel 1993 la Turchia ha chiuso i confini con l'Armenia). Dall’altra, invece, l’Armenia è alleata della Russia (ospita una base militare russa e fanno entrambi parti di un'alleanza militare la CSTO) che nel frattempo intrattiene relazioni anche con l’Azerbaijan.  

Nel 2019  Armenia e Azerbaijan hanno firmato una dichiarazione per affermare l'impegno nel perseguire la via della pace, ma a quanto pare nulla di concreto è seguito a quelle parole, tanto che nel 2020 sono ripresi gli scontri tra i due paesi con la stessa violenza di 30 anni prima. 

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