Sono 5 milioni 673 mila i poveri assoluti in Italia, pari al 9,7% della popolazione. Il 30% sono stranieri. Lo riporta il Rapporto di Caritas Italiana del 2023.
La pandemia, la crisi energetica e la guerra in Ucraina stanno intensificando l’aggravamento di tante situazioni di svantaggio socio-economico. Sono numerosi i dati che appaiono in peggioramento: in Italia vivono in situazione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie. Sono 5,6 milioni di individui, quasi un abitante su dieci.
Il fenomeno dei working poor e le condizioni precarie dei lavoratori
Don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, alla presentazione della 27ma edizione del Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale-Tutto da perdere ha sottolineato che "Il lavoro è il primo strumento per dare dignità".
Eppure, come dimostrato dai dati ISTAT, i working poors, ovvero i lavoratori a rischio povertà, che hanno cioè un reddito netto equivalente inferiore alla soglia relativa fissata al 60% della media della distribuzione del reddito nazionale, sono in aumento. Su un totale di 23,3 milioni di occupati, risultano a rischio circa 2,7 milioni (l’11,5%).
La condizione dei lavoratori, in linea generale, appare in peggioramento e sempre ai margini: a margine del benessere, della stabilità, delle regole contrattuali, del sistema lavorativo, del salario medio, della possibilità di costruire il futuro. Tutto ciò costringe la popolazione a uno stato di "sopravvivenza" e di precarietà.
Non c’è solo il problema economico, si vive in uno stato d’ansia continua che drena tante energie, non consente di concentrarsi per trovare strade per cambiare e porta a una frustrazione che si riversa sulle relazioni familiari.
La povertà lavorativa è un problema che riguarda tutti
A rendere la situazione ancora più drammatica è il fatto che, come dimostrano le analisi condotte da Caritas, il fenomeno dei working poors non riguarda una singola porzione di popolazione. E', infatti, in atto un cambiamento nella configurazione della povertà che si allarga e si diffonde in modo indiscriminato, in tutti i contesti sociali, geografici e anagrafici.
Il problema del lavoro è ormai, da anni, diventato una vera e propria emergenza sociale, di conseguenza, è necessario combattere per un lavoro per tutti. Per rendere ciò possibile, è essenziale valutare le condizioni generali in cui le persone vivono: l’aumento del costo della vita, la necessità di pagare un affitto o un mutuo, la presenza di un ammalato o un disabile, ma anche il contesto territoriale, se si vive in una zona ricca fornita di servizi pubblici o in una zona povera con meno servizi di cui poter fruire, se in una zona urbana, se distante dalla sede di lavoro, tutte condizioni che appartengono alla sfera delle esigenze primarie e modificano fortemente il peso del salario percepito, sul bilancio familiare.
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