Prende sempre più spazio sui media il tema dell’equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio. Il discorso è spesso incompleto e vengono omessi aspetti e fatti significativi. Come contributo al dibattito offriamo di seguito alcuni fatti e dati che se non smentiscono del tutto almeno mettono in dubbio gli “assunti” più comuni del dibattito spesso dati per scontati.
È vero che non si può uscire dall’omosessualità?
Si sente dire che l’omosessualità è un dato di natura ed è nei geni, che non si può cambiare e che solo affrontare il discorso dell’uscita dall’omosessualità sia discriminatorio e offensivo. In realtà esistono testimonianze di persone che hanno smesso di avere tendenze omosessuali, in Italia è famosa quella di Luca che ebbe il coraggio di raccontare il disagio che viveva e come è riuscito ad uscirne. Negli Stati Uniti, Joseph Nicolosi, non senza difficoltà si dedica alla cosiddetta terapia riparativa per chi si sente a disagio a vivere secondo lo stile di vita omosessuale.
Qualche anno fa il Committee on Homosexuality and Scientific Research aveva pubblicato un documento di cui abbiamo riportato alcuni estratti in cui si notava che l’omosessualità non è una caratteristica genetica predeterminata.
È vero che la politica internazionale concorda sull’equiparazione delle unioni gay al matrimonio?
Quando si parla di questo argomento si dà per scontato che l’idea dell’equiparazione delle unioni gay al matrimonio sia comunemente accettata in tutto il mondo e nell’opinione pubblica. In realtà nel mondo 14 paesi su 192 dell’ONU hanno riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Prima dell’ultimo referendum negli Stati Uniti (in cui 3 stati hanno approvato i matrimoni gay) in 32 stati nei referendum la popolazione ha sempre difeso il matrimonio naturale. Nel 2012 i tedeschi hanno respinto la proposta di equiparare le coppie dello stesso sesso al matrimonio tra un uomo e una donna. Per conoscere la situazione nei diversi paesi clicca qui.
D'altra parte, i dati sui matrimoni omosessuali evidenziano che si tratta di un fenomeno in via di ridimensionamento, contrariamente alle previsioni. In Olanda, una ricerca dell'Institute for Marriage and Public Policy a dieci anni dall'introduzione del matrimonio gay dice che ormai soltanto un decimo degli omosessuali olandesi sceglie il matrimonio. E dopo l'entusiasmo del primo anno, anche in Spagna ed Inghilterra le coppie gay sposate stanno diminuendo.
È vero che l’opinione pubblica è sostanzialmente compatta sul tema?
Quando si affronta il tema spesso si presenta la questione come fosse accettata in modo compatto dalla maggioranza a cui si oppone solo una ristretta minoranza. In realtà esistono obiezioni autorevoli da parte di intellettuali negli Stati Uniti, in Italia e in altre parti del mondo. In Francia, dove da poco è stata approvata l’equiparazione del matrimonio gay, la società civile si è spaccata con manifestazioni organizzate in tutto il paese a cui hanno aderito centinaia di migliaia di persone. Il clima è talmente polarizzato che ci sono stati episodi di violenza e repressione da parte della polizia anche nei confronti di manifestanti pacifici, come il video impressionante di una donna che viene messa a terra da poliziotti durante una manifestazione autorizzata e pacifica (ne sono la prova i bambini in bicicletta che assistono all’aggressione).
Addirittura nella manifestazione francese contro il “Matrimonio per tutti” si sono schierate, come ha segnalato Linkiesta, alcune associazioni gay (Homo vox e Plus gay sans mariage) che difendono il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre, considerato il fatto che in Francia già esiste (dal 1999) una legge per le convivenze civili e i diritti delle coppie omosessuali.
Gli studi scientifici concordano sulla bontà delle adozioni gay?
Quando si parla delle adozioni da parte di coppie omosessuali si sente dire che gli studi scientifici dimostrano che non c’è alcuna differenza tra padri e madri o genitori dello stesso sesso. In realtà gli studi che vanno in questa direzione hanno mostrato gravi carenze scientifiche mentre su campioni di ampio respiro i risultati che si registrano restituiscono una consapevolezza dettata dal buonsenso: tutte le condizioni familiari diverse da un padre e una madre (genitori single, bimbi orfani, genitori gay) provocano disagi e problemi nei minori.
La dottrina Cattolica è contro i gay?
Quando si parla di equiparazione del matrimonio gay si presuppone che la dottrina cattolica sia discriminatoria e “anti-gay”. In realtà se si legge il Catechismo della Chiesa Cattolica ai punti 2357-2359, si afferma che gli omosessuali, in quanto persone, non vanno mai discriminati:
“Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.”
La Chiesa non è contro nessuno, semplicemente ritiene che il matrimonio sia una cosa completamente diversa da un’unione omosessuale. Da notare che la dottrina cattolica non ama dividere le persone in omosessuali, eterosessuali o altre categorie: esistono solo le persone, non importa quali siano le connotazioni, persino sessuali.
Il pensiero laico e non confessionale impone di riconoscere i matrimoni gay?
Nei dibattiti su questo tema sembra sia scontato che il pensiero più laico e “imparziale” propenda per l’equiparazione, mentre tutte le obiezioni siano in qualche modo confessionali e ideologiche. In realtà se si analizzano i principali discorsi di chi difende la natura del matrimonio come realtà completamente eterogenea alle unioni omosessuali si accorge che l’intero impianto argomentativo non mette mai in mezzo Dio, come a dire: basta la sola ragione per non essere d’accordo. Infatti l’obiezione nasce da tre questioni di fondo, riconoscibili da tutti:
1. La famiglia è l’unità fondante della società;
2. Il cuore della famiglia è costituito dall’unione sessuale fra un uomo e una donna per il loro beneficio e per il bene dei figli che verranno;
3. Il matrimonio costituisce l’ambiente ideale, irreplicabile per far crescere i figli.
Non si capisce perché il dibattito non entri nel merito di questi punti invece di parlare sempre di polemica tra visioni opposte.
Clicca qui per vedere tutte le risposte al matrimonio omosessuale.
Il matrimonio omosessuale è una conquista civile come altre che si sono affermate nella storia?
Su questo punto si dà per scontato che ci sia stato una sorta di cammino spontaneo dell’umanità che a poco a poco si è emancipata da pregiudizi contro gli omosessuali in modo naturale e ineluttabile. In realtà la non discriminazione verso le persone (siano omosessuali, di razze differenti, di visioni differenti, ecc.) è una cosa ben diversa dal discutere se le unioni omosessuali siano equiparabili al matrimonio. Quest’ultima operazione è stata progettata a tavolino agli inizi degli anni ’90. All’epoca il cosiddetto movimento gay propagandava ancora idee sull’amore libero, includendo forme di sadomasochismo, pedofilia e altre aberrazioni. Nel libro After the ball due attivisti gay tracciarono la strategia: ripulire l’immagine degli omosessuali soprassedendo a tutti gli aspetti più trasgressivi per ottenere diritti riconoscibili e familiari (vedi equiparazione delle unioni al matrimonio) per poi procedere a mano a mano con il resto.
La lotta all’omofobia è una battaglia democratica?
Un altro assunto del dibattito è che occorre lottare contro l’omofobia in tutte le sue forme. In realtà questa lotta si sta trasformando in una preoccupante ondata liberticida in cui non si può più avere un’opinione diversa da quella dominante sulle unioni omosessuali. Ad esempio in Canada la commissione dei diritti umani ha indagato, processato e multato diverse persone, inclusi sacerdoti, colpevoli di aver affermato che il matrimonio eterosessuale fosse alla base dello sviluppo della società (leggi qui).
In Francia oltre agli episodi di repressione della libertà di espressione di cui abbiamo parlato sta facendo discutere molto la proposta del minstro dell’educazione di insegnare a scuola la morale laica a cui tutti dovrebbero aderire: allo studio ci sarebbe addirittura la riformulazione dei manuali scolastici tenendo conto dell’orientamento sessuale: una revisione dei libri di scuola in materia di omosessualità con l’introduzione, in particolare, della teoria sul “genere” sessuale.
Più in generale sui mezzi di comunicazione c’è un certo uso dello spauracchio dell’omofobia per alimentare il clima di conflitto a proposito di certe notizie che poi si rivelano infondate.