L’aborto non è stato vietato in Polonia

di Tommaso Cardinale, 4 febbraio 2021

Pochi giorni fa molte testate nazionali e internazionali hanno titolato sul fatto che in Polonia sarebbe stata emessa una sentenza che rende quasi impossibile abortire. Ma siamo davvero davanti a un caso di “divieto totale” dell’aborto? In realtà no.

Il 27 gennaio 2021 il tribunale costituzionale polacco ha cancellato la possibilità dell’aborto “eugenetico”, sarebbe a dire l’interruzione volontaria della gravidanza motivata dallo stato di salute del feto. Questa sentenza non mette in discussione la possibilità dell’aborto “terapeutico”, cioè l’aborto a causa della salvaguardia della salute della madre, né la possibilità di abortire a seguito di uno stupro o di atti di natura pedofila. Ragion per cui sostenere che in Polonia sia quasi impossibile abortire, o che sia stata fatta una legge che di fatto vieta l’aborto, è essenzialmente falso. 

La sentenza ha modificato una legge del 1993, che permetteva l’aborto quando “i test prenatali o altre indicazioni mediche indicano un'alta probabilità di una compromissione grave e irreversibile del feto o di una malattia incurabile potenzialmente letale”. L’eliminazione di questo paragrafo è avvenuta perché l’aborto eugenetico non è compatibile con l’articolo 38 della Costituzione polacca: “La Repubblica di Polonia offre a tutti la tutela legale della vita”.

L’aborto eugenetico in Italia

Mentre in Polonia l’aborto “eugenetico” era permesso direttamente in relazione alla condizione del feto, in Italia secondo la legge 194 è permesso entro i 90 giorni dal concepimento nel caso cui la malformazione del concepito possa rappresentare un “serio pericolo per la sua salute fisica o psichica”.

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