di Tommaso Cardinale, 24 maggio 2018
L'IRPEF ha assegnato alla Chiesa Cattolica per il 2018 997.973.199,26 euro, 11 milioni in più rispetto al 2017. Questo è quanto emerge dagli atti della settantunesima Assemblea Generale della Comunità Episcopale Italiana.
Oltre a rendere noto il totale dei soldi disponibili derivanti dall'8xmille, la CEI ha pubblicato il modo in cui questi soldi verranno usati.
La voce di spesa maggiore è quella che riguarda il sostentamento del clero: 367 milioni di euro, in lieve aumento rispetto all'anno scorso (350 milioni). In questo articolo abbiamo approfondito quanto guadagna un sacerdote.
La seconda spesa in ordine di grandezza riguarda le esigenze di culto e pastorale, con 355 milioni di euro: una delle voci più onerose all'interno di questa spesa (132 milioni di euro) è quella riguardante l'edilizia di culto, ovvero la manutenzione e la tutela dei beni edili ecclesiastici e la costruzione di nuove chiese.
Il terzo modo in cui verranno investiti i soldi derivanti dall'8xmille nel 2018 riguarda gli interventi caritativi: 275 milioni di euro destinati alle opere di carità delle diocesi e alle necessità del Terzo Mondo. Sebbene in terza posizione, questa voce di spesa dista meno di 100 milioni dalla spesa per il sostentamento di tutto il clero.
Questo significa che più del 25% di tutto l'ammontare dell'8x1000 viene investito in opere di carità in tutte le diocesi, che è come se un uomo che guadagna 1500 euro al mese ne donasse quasi 400 ai poveri.
Per il 2018 sono state ripartite le quote millesimali del 2014: l’81% sul totale delle scelte ha orientato la donazione in favore della Chiesa Cattolica, come indicato sul sito del Ministero delle Finanze.
Inoltre vale la pena ricordare che le entrate dell'8xmille non sono a fondo perduto: ad esempio nel 2013 la Chiesa ha restituito allo Stato italiano 11 miliardi di euro grazie alle attività finanziate dall'8xmille.
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