Dal 2000 ad oggi la fame nel mondo è scesa del 29%, ma il problema è ancora lontano dall’essere risolto, con 795 milioni di denutriti cronici e situazioni gravi in almeno 50 Paesi. I dati provengono dal rapporto Cesvi sull’Indice globale della fame, intitolato “Obiettivo fame zero”. L’Indice globale della fame è uno strumento di misurazione - che va da 0 a 100 - del fenomeno fame basato su tre dimensioni (inadeguata assunzione di cibo, mortalità e sottonutrizione infantile) e quattro indicatori (denutrizione, tasso di mortalità nei minori di 5 anni, deperimento e arresto della crescita).
Un Indice della Fame con un valore compreso tra 35 e 49,9 indica un fenomeno "allarmante", uno tra 20 e 34 una situazione "grave”, da 10 a 20 livello “moderato”. A livello globale questo Indice è arrivato oggi a 21,3 nei paesi in via di sviluppo, mentre all’inizio del millennio era a quota 30.
Ma cosa si intende per “fame”?
Secondo la Fao è il consumo di meno di 1.800 calorie al giorno, quantità minima necessaria alla maggioranza delle persone per vivere una vita sana e produttiva.
La ricerca ha riguardato 118 Paesi, e le regioni dove la situazione è più grave sono l’Asia meridionale e l’Africa subsahariana, dove comunque si è registrato il miglioramento maggiore rispetto al 2000. Tra i singoli Paesi, quelli che faticano di più a combattere la fame sono Namibia e Sri Lanka.
I paesi che hanno registrato un miglioramento di oltre il 50% sono molti, le percentuali migliori sono state rilevate in nazioni come Cina, Brasile e Arabia Saudita. Anche in Africa alcuni stati hanno migliorato la situazione (Es. Senegal e Ghana).
Nazioni con una situazione allarmante sono ancora Ciad, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Yemen, Zambia e Madagascar.
Ci sono anche Paesi, che nonostante la grande crescita degli ultimi anni, potranno vivere quest'emergenza ancora per molto: l'India infatti, con i dati attuali, raggiungerebbe l'obiettivo posto dall'ONU solo nel 2030. In India oltre il 40% dei bambini soffre di problemi legati alla malnutrizione.
Anche paesi come Haiti, Yemen, Afghanistan sono nella stessa situazione del colosso asiatico, infatti queste nazioni oscilleranno tra situazioni moderate a allarmanti.
I risultati migliori tra i paesi in via di sviluppo sono stati raggiunti da Cambogia, Myanmar e Ruanda, che rispetto al 2000 hanno ridotto il problema di oltre il 50%.
L’ultimo dato sui bambini, coloro cioè che soffrono maggiormente la mancanza di nutrizione: il 28,1% dei bambini sotto i 5 anni sono affetti da arresto della crescita e l’8 per cento da deperimento. Il tasso di mortalità, nel 2015 ha raggiunto il 4,7%, in diminuzione rispetto all'8,2% del 2000.
Se ti è piaciuto l'articolo condividilo su Facebook e Twitter, sostieni Documentazione.info