Chi ha genitori credenti tenta meno il suicidio

di Francesco D'Ugo, 29 agosto 2018

Quando i genitori credono i figli vanno incontro a rischio molto minore di sviluppare tendenze suicide. È quanto emerge da un recente studio americano, pubblicato su Medscape

La ricerca, che si è svolta nell’arco di 30 anni (3 generazioni circa) e ha coinvolto 112 genitori e i rispettivi 214 figli (età media 12.5 anni), ha evidenziato che il rischio di sviluppare tendenze suicide sarebbe dell’80% più basso per chi ha dei genitori per i quali la religione è una componente importante della propria vita. 

Il campione studiato era composto per l’85% da famiglie cristiane (59% cattoliche, 26% protestanti) e il loro livello di “religiosità” è stato stabilito sulla base della frequenza con cui queste presenziavano a funzioni religiose e quanto valutavano importante la religione per la propria vita.

Due terzi dei figli provenivano da famiglie considerate come “ad alto rischio” per quanto riguarda le tendenze suicide.

Secondo l’autrice dell’articolo Myrna Weissman, professoressa di Epidemiologia in Psichiatria alla Columbia University e al Vagelos College of Physicians and Surgeons di New York, le credenze personali e il legame con “qualcosa al di fuori di sé” darebbero spazio a una sorta di “senso di forza interiore”, che sarebbe utile e protettivo per i figli.

Un ulteriore aspetto riguarda la struttura famigliare: la ricerca ha infatti mostrato come una struttura più solida della famiglia (basata sul matrimonio tra i genitori) sia anch’essa molto rilevante per prevenire lo sviluppo di pensieri suicidi, avendo notato come anche in questo caso le tendenze sono molto ridotte.

Queste questioni “sono spesso evitate dai medici” sostiene la Weissman “perché considerate troppo personali”. Ma a suo dire questi “dovrebbero avere meno paura di esplorare il ruolo che ricoprono I principi religiosi nella vita di una persona” perché potrebbe risultare rilevante per completarne il quadro clinico e psicologico.

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