Papa Francesco è eretico? Rileggiamo "Amoris Laetitia"

di Priscilla Muro, 28 settembre 2017

Papa Francesco è eretico? In una lettera aperta, denominata “Correctio filialis” inviata al Papa ad agosto da 62 firmatari e pubblicata lo scorso 25 settembre, si elencano sette punti di "Amoris Laetitia" che non sarebbero conformi al magistero della Chiesa. Tra le varie accuse contenute nel testo, dal titolo Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie, anche una presunta vicinanza del Papa alla dottrina protestante di Martin Lutero. La stessa vicinanza che, ironia della sorte, era stata contestata a San Giovanni Paolo II, sempre in forma di lettera aperta, nel 1983. Vediamo insieme i punti più critici delle accuse al Sommo Pontefice. 

1. Amoris Laetitia dice che non basta che l'uomo sia in grazia di Dio per rispettare i comandamenti? No. Ma lo stato di grazia è un dono di Dio e non un merito dell’uomo e, come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolicaesistono cause che rendono difficile ad un individuo adempiere ai “comandamenti oggettivi della legge divina” per “ignoranza, inavvertenza, violenza, timore, fattori psichici sociali, immaturità affettiva”.

2. Amoris Laetitia dice che i cristiani divorziati e risposati non sono in peccato mortale? No. Il Papa invita alla riflessione sui singoli casi invitando al “discernimento pastorale” nel riconoscere se ci sono azioni concrete che hanno limitato la capacità di decisione di chi ha commesso una colpa grave.

3. Amoris Laetitia dice che un cristiano può conoscere la legge divina e scegliere di violarla senza commettere peccato mortale? No. "Pur conoscendo bene la norma” infatti, esistono delle “condizioni concrete” che non permettono al soggetto in situazione di peccato di agire diversamente. Nel 2015, 250 vescovi su 265 hanno riconosciuto che “ci possono essere dei fattori che limitano la capacità di decisione” del soggetto e quindi la sua responsabilità (Relatio Finalis, 51).

Quindi il Papa ha affermato qualche eresia nell'Amoris Laetitia?

4. Amoris Laetitia dice che l’obbedienza alla legge divina può portare ad agire contro la volontà di Dio? No. Il Papa afferma che per essere sicuri di agire in accordo con la volontà di Dio rispettare la “norma generale” è fondamentale. Nonostante questo, la sola osservanza della norma non basta perché, "in mezzo alla complessità concreta dei limiti” non sempre è possibile per l’uomo realizzare da subito e pienamente l’ideale oggettivo proposto dal Cristianesimo.

5. Amoris Laetitia dice che gli atti sessuali fuori dal matrimonio sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio? No. Per il Papa le unioni di fatto non si possono equiparare al matrimonio ma possono rappresentare delle “tappe intermedie” verso lo stato matrimoniale, sulla base della cosiddetta “legge della gradualità” di San Giovanni Paolo II per la quale l’uomo realizza il bene morale secondo "tappe di crescita”. (Esort. ap. Familiaris consortio)

6. Amoris Laetitia dice che La legge naturale non vieta di commettere delle azioni particolarmente gravi? No. Il Papa riafferma l’ideale del Vangelo e la dottrina della Chiesa ma sposa la posizione della Commissione Teologica Internazionale  per la quale “la legge naturale non è un insieme di regole già costituito a priori al soggetto morale ma una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione”.

7. Amoris Laetitia dice che per la Chiesa non sussiste più il divieto dell’Eucaristia ai divorziati risposati? No. L'Eucaristia è solo per le persone separate o divorziate non risposate. D'altra parte, vi sono “condizionamenti o fattori attenuanti” per i quali si può ricevere “l’aiuto della Chiesa" e, in alcuni casi, "l’aiuto dei sacramenti”. Sacramenti che sono sette, tra i quali vi è anche quello della Confessione. Per quanto riguarda i divorziati risposati, già due anni fa, sempre nella "Relatio Finalis", i vescovi avevano affermato la necessità di una maggiore integrazione dei divorziati che vivono una nuova unione, incentivando la partecipazione alla comunità ecclesiale nei “diversi modi possibili”. Traducibile con: non abbandoniamo pastoralmente coloro che si trovano in situazioni "irregolari". 

Mettere in discussione all'interno della propria coscienza ciò che il Papa dice non è proibito. Ma non rispettando i ruoli e i contesti istituiti a questo scopo dal Magistero si viola "il primato di giurisdizione del Papa" che, in virtù del suo ufficio di Vicario di Cristo e di Pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente" (Catechismo della Chiesa Cattolica). In più, aggiungiamo, bisogna essere muniti di una certa dose di coraggio (o sfrontatezza) per affermare di saperne più del Papa, della Congregazione della dottrina della Fede (che ha aiutato a redigere il documento) e dei due sinodi che hanno prodotto la relazione finale su cui poi ha lavorato Papa Francesco.

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