Tra il 2007 e il 2017, le restrizioni sulla religione - come leggi, politiche e azioni da parte di funzionari statali che limitano le credenze e le pratiche religiose - sono aumentate notevolmente in tutto il mondo. Ma non solo: anche le ostilità sociali riguardanti la religione - tra cui la violenza e le molestie da parte di privati, organizzazioni o gruppi - sono aumentate nell’arco di 10 anni. Ecco la nostra sintesi una recente ricerca pubblicata dal Pew Research Center.
Meno libertà religiosa rispetto al 2007
Il livello delle restrizioni è cresciuto nei 10 anni in cui il Pew Research Center si occupa di monitorare questo aspetto nel mondo. Se nel 2007 nel 20% dei paesi del mondo si soffrivano limitazioni alla libertà religiosa da parte dei governi, nel 2017 sono il 26%.
Non si tratta della percentuale più alta di questo decennio, ma ci si avvicina molto: il picco si è avuto infatti nel 2012, con il 29% di paesi. Un discorso simile riguarda le ostilità sociali: nel 2007 riguardavano il 20% dei paesi, nel 2012 si è avuto un picco del 33%, mentre nel 2017 il 28% dei paesi sono stati coinvolti in queste dinamiche interne.
I paesi con meno libertà religiosa nel mondo
Tra i paesi in cui si registra il maggior numero di restrizioni alla libertà religiosa nel mondo ci sono Cina, Russia e India, alcuni dei tra i paesi più popolati in assoluto. In questi paesi, secondo i parametri stabiliti dal centro di ricerca americano, vengono imposte misure “altamente restrittive” nei confronti della libertà religiosa dei propri cittadini.
In Cina, ad esempio, solo ad alcuni gruppi religiosi è permesso il culto pubblico (a meno che non appartengano ad una delle cinque "associazioni religiose patriottiche" controllate dallo Stato: buddista, taoista, musulmana, cattolica e protestante); uno degli episodi più recenti in Russia, invece, riguarda la decisione, nel 2017, della Corte Suprema di bandire i Testimoni di Geova in quanto “gruppo estremista”; infine in India si soffrono in modo particolare le tensioni tra musulmani e indù, che culminano spesso in episodi violenti.
I rapporti interreligiosi
La libertà religiosa non è garantita solo dalle leggi di un paese, ma anche dall’assenza di ostilità sociali riguardo la religione. Ma in molti paesi queste continuano a persistere. Ad aggravare la situazione contribuisce, in alcuni casi, la connivenza dei governi con alcuni gruppi religiosi, favoriti e appoggiati a discapito degli altri. L’area dove questo avviene di più è il Medio Oriente dove 19 paesi su 20 favoriscono una religione rispetto alle altre.
Una categoria di ostilità sociali è aumentata in modo sostanziale, ovvero quelle legate alle norme religiose (ad esempio, le molestie alle donne per aver violato i codici di abbigliamento religioso) - guidando gran parte dell'aumento complessivo delle ostilità sociali che coinvolgono la religione. Altri due tipi di ostilità sociali, le molestie da parte di individui e gruppi sociali e la violenza religiosa da parte di gruppi organizzati (inclusi gruppi neonazisti come il Nordic Resistance Movement e gruppi islamisti come Boko Haram), sono aumentati invece in modo più modesto.
Nel frattempo, una quarta categoria di ostilità sociali - tensioni interreligiose e violenza (ad esempio, scontri settari o comunali tra indù e musulmani in India) - è notevolmente diminuita rispetto all'anno di riferimento (17%). Con una misura specifica, nel 2007, 91 paesi hanno subito un certo livello di violenza a causa delle tensioni tra gruppi religiosi, ma nel 2017 tale numero è sceso a 57 paesi.
La libertà religiosa in Europa
Sebbene le regioni del mondo dove si soffrono maggiori restrizioni siano, in generale, il Nord-Africa e il Sud-Est Asiatico, queste stanno aumentando in tutto il mondo, compresa l’Europa. Il nostro continente ha avuto, tra l’altro, l’aumento maggiore dal 2007.
Le limitazioni alla libertà religiosa in Europa sono infatti aumentate, e rimangono maggiori rispetto a quelle di Africa Sub-Sahariana e Americhe. Un esempio sono le recenti misure prese da vari consigli locali moldavi che impedivano il culto pubblico ai cittadini musulmani.
In crescita sono anche le tensioni tra diverse religioni o confessioni. Ad esempio, riporta il Pew Research Center, nel 2015, i gruppi religiosi di 38 paesi su 45 (84%) in Europa hanno subito qualche forma di molestia di entità almeno limitata, rispetto ai 32 paesi (71%) dell'anno precedente. Si sono osservati anche episodi di abuso o intimidazione da parte di pubblici ufficiali, in parte anche come reazione all’aumento di popolazione migrante sui suoli nazionali nel 2015.
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